giovedì 21 dicembre 2017

Sembrerà strano, ma qui non è l' UTIC, bensì il servizio CUP...

... a far parlare di se.

Se vuoi un giudizio qualitativo su di un servizio che sia il più vicino possibile alla realtà, il consiglio è quello di stare in mezzo alla gente, ascoltandola con grande interesse ed incentivandola a parlare e cercando di entrare nei dettagli. A questo esame deve poi essere tolta, come si fanno in alcuni sport del voto più alto e quello basso, nel nostro caso la parte dei responsi contrassegnati da termini come  "eccellente" o quelli come "pessimo". Il dato che ne verrà fuori, sarà la percezione, quasi esatta, che l'opinione pubblica ha di quel servizio. Come in fatto di ripresa che dicono che ci sia, ma la gente, che è la cosa più importante, non se ne accorge
Per tastare il polso a come vanno le cose in Sanità, basta sedersi in una sala di aspetto di un qualsiasi reparto ospedaliero e buttare lì la solita frase, che fa da passepartout di una conversazione, come la giornata fredda, piovosa o altra similare. Poi da quella si passa al "...hanno iniziato a chiamare ?...".

Io ieri, invece, sono stato più fortunato, perché non ho avuto bisogno di intavolare questi convenevoli. Entrando ho trovato una conoscente, che da tempo non vedevo e che dopo avermi relazionato sulla salute dei componenti della sua famiglia (lei ed il marito entrambi anziani e con non pochi acciacchi) ha cominciato a lamentarsi del sistema sanitario. Le lunghe file alla cassa per un timbro di esenzione, il fatto che se hai bisogno di una visita devi aspettare un anno... insomma le solite lamentele, tutte vere per carità, ma che rientrano in quelle che sono oramai di carattere cronico e che saranno sempre più difficili (almeno qui a Senigallia, degli altri posti me ne può fregar di meno) da far scomparire.
Poi dopo una pausa di silenzio, eccola che ritorna a bomba :
" Vuoi sapere l'ultima Franco ? Ma a proposito, te scrivi ancora sul giornale ?...". Ed io di rimando :
" Si e No, non sono più assiduo come una volta, oramai anch'io so vecchio,  ma perché che cosa ti è accaduto, raccontami ?".
:" Ma io dico che questi stanno a dare i numeri... Vedi, questa macchiolina ? E' da un po' di tempo che ce l'ho, ma giorni fa sono andata dal mio medico di famiglia per farmi prescrivere le medicine per mio marito e con l'occasione gli ho fatto vedere la macchia. Mi ha guardata e mi ha detto che non dovrebbe essere niente di grave, per non dirmi la parola tumore, ma mi ha fatto l'impegnativa per una visita specialistica. Oggi oramai i dottori di famiglia si lavano le mani, non si prendono responsabilità e ti sbattono o a fare gli analisi, le tac o come nel caso mio in mano agli specialisti. Mi sta bene, se fossero tutte cose possibili subito... Ohhh, dico subito, no oggi per domani, ma manco oggi per 12 mesi, che fa tempo a nasce un somaro o a pjam' 'n colpo. E te dicevo, allora mi fa questa impegnativa che ieri pomeriggio porto al Poliambulatorio di Campo Boario per prenotare una visita, e guarda senza scegliere un medico di preciso... el primo che capitava. L'impiegata guarda e me fa - a Senigallia non ci sono posti può andare in uno di questi comuni... - e mi fa una lista dei paesi qui intorno sempre voti perché non ce va nessuno. No no, grazie, vedrò come posso fare. E chi mi ci porta poi, te sai come sta mi marito. Però non me do per vinta, te sai come so fatta. Prendo la bici e vado al CUP dell'Ospedale, visto mai. Anche li la solita procedura con l'aggiunta comprensiva dell'impiegata che mi suggerisce di sentire magari il medico di famiglia se posso attendere o se si tratta di una urgenza. Ringrazio, saluto, ma credi pure, ero furibonda.
La mattina prendo la bici per andare a fare la spesa al mercato, apro la borsa e me ritrovo sta ricetta e così, non so né perché e né come, mi sono detta, ritorno al Poliambulatorio e se c'è l'impiegata del pomeriggio, vorrà dire che vado via, ma se c'è qualcun altro, io ci riprovo, visto mai?
Guarda il caso, c'era un'altra impiegata. Senza dire nulla, con la faccia tosta che mi ritrovo, presento la ricetta, vedo che guarda sul Computer e mi fa - le va bene per il giorno X di Gennaio ? - ed io incredula - ma a Senigallia ? - si signora - mi conferma l'impiegata. Lascio passare che svolga tutte le sue pratiche e poi ritirando le mie carte, faccio, fregandomi di passare per scema - Ma chissà perché al CUP dell'Ospedale mi hanno detto che non c'erano posti ? 
L'impiegata di rimando - possibile signora, perché loro hanno un altro sistema. - Onestamente me l'ha spiegato, ma non ci ho capito niente. Ma quello che mi premeva l'ho ottenuto ed il perché facciano così passa, per me in secondo piano. Però non mi vengano a dire che sono organizzati."

Io invece, potrei anche parlare, se non mettessi in luce persone facilmente rintracciabili, di quanto avveniva un paio di giorni fa con  le impegnative non possibili da convalidare alla cassa (hanno un mese di validità e poi decadono) perché l'agenda 2019 non era (non so se l'abbiano poi aggiornata) ancora attivata.

Ma a qualcuno molto probabilmente, più che i fatti in se stesso, immagino interesseranno l'uso dei congiuntivi, o magari il parlare bene di una ciofeca di ministra da "do soldi" tra le peggiori mai avute in questo campo, altri metteranno in dubbio la verità del fatto, altri ancora si arrampicheranno sugli specchi magari scaricando le colpe sugli impiegati (pazienti e gentilissimi) che colpe non ne hanno. Io invece, da povero "zuppo di terra", mi auguro  che almeno uno che conosca il mio stesso linguaggio popolare, lo usi per spiegarmi il perché avvengono questi misteri in così tanto splendido mare (o male??) organizzativo.
Altrimenti, consiglio, quando avvengono questi fatti, di non abbattersi, ma essere ogni giorno lì a rompere i... (a scocciare) chi alla fine non ha alcuna colpa, con la possibilità che qualche cosa si sblocchi.







di Franco Giannini  


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