martedì 8 agosto 2017

Anche le notizie di cronaca seguono una specie di "Casta"...

foto ricavata da Internet " Il corriere del corsaro"
... Perché si preferisce seguire non la cronaca reale, ma un falso perbenismo.

Questa mia riflessione nasce nel leggere un articolo di vita cittadina. Una disgrazia come tante se ne leggono ogni giorno. Non ce l'ho assolutamente con il redattore della notizia, che logicamente si adegua a quelle che sono le esigenze dell'attuale informazione. 
Una "persona conosciuta" in una certa città, "cade" dal tetto della sua abitazione e muore. Età dell'uomo deceduto, "92 anni" con problemi di "depressione". Già questi pochi dati,  fanno si che solo con fatica, più di quella che avrà fatto il 92enne ad arrampicarsi sul tetto  per poi cadere al suolo, posso credere alla notizia come essa è stata venduta. Non credo che ci sarebbe stato nulla di male, in un mondo più sincero, se si fosse definito, sempre con profondo rispetto per quella scelta, la disgrazia come un incidente voluto. Ma oggi i termini vanno centellinati perché come dicono, a volte le parole fanno più male dei gesti. Io non lo condivido, pensando che se uno zoppo lo definisco claudicante, il male resta. Credo invece che le parole in entrambi i casi debbano essere pronunciate con un ugual rispetto. Quel rispetto che invece, spesso, poi viene a mancare quando si parla a livello assistenziale. Un discorso che però ci porterebbe fuori tema. 
Ma ne abbiamo tanti di questi ri-battesimi verbali, vedi ad esempio lo  scoppino, spazzino ed ora netturbino, fermo restando gli stipendi da fame. Ricordate il bidello ? ora operatore scolastico, ma è lo stesso che vende la pizza negli intervalli.
Ed allora ecco che la memoria mi riporta indietro di tanti anni quando "Barigelo", uno scoppino vero lui e senza ancora ri-battesimi, un vero filosofo, laureatosi nell' Ateneo che solo la strada gli poteva assegnare, un anconetano, (ma con sincerità devo dire, non avendolo conosciuto di persona, che se n'è sempre parlato e le sue filosofiche riflessioni tramandate da padre in figlio, dando per scontato che fosse un individuo reale e non una semplice maschera cittadina), riportava con il suo modo scanzonato, le cronache del giorno.
E c'è appunto tra le tante storie che si tramandano quella della buccia di banana. "Vedi, - diceva lui - se casca un "Signore" è de sciguro scivolato su di una buccia di banana, una disgrazia. Se la stessa cosa je succede a 'n "pureto" è de sciguro 'n imbriaghu ch'è s'è rutulato."








di Franco Giannini

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