giovedì 31 dicembre 2015

A U G U R I

Quello che mi son sentito di "rifrescare", rispetto il '14/'15, è stato solo l'immagine del calendario,
QUINDI anche per il nuovo anno AUGURI
di lavoro, pace, serenità, felicità e ricchezza per tutti gli esseri normali viventi su questa terra
ed invece a questo isolato
 40,8% di quel 58,69% 
di italiani votanti il 25 maggio del 2014
l'augurio che possiate continuare a mantenere,
  senza sosta e anche per tutto l'anno che verrà
  (pertanto fin dal 1° di Gennaio del 2016)
questa postura, per voi naturale, che è la più indicata a quelli, che come voi, ancora NON possegono e mai conosceranno 
che cosa sia avere un briciolo di dignità, 

giovedì 24 dicembre 2015

AUGURI DI NATALE e di un BUON 2016 !!!!!

La mia speranza è che per lui sia... l'ultima fetta !!!!

A quel che sembra da tempo nulla cambia se non in peggio. Quelli che mutano sono i visi di coloro che dicono di volerle cambiare, ma fino ad oggi nel "più peggiore" dei modi . Ma la speranza è l'ultima a morire. Io, seppur non ci creda, però lo voglio, anzi lo devo, sperare per i giovani.
Nel 2011 qui in questo mio blog, facevo gli auguri così (http://lospigolatore.blogspot.it/2011/12/buon-natale-almeno-lo-si-spera.html) e da come lo percepisco io e il 40% degli italiani, nulla è mutato, se non peggiorato. Testardamente posto e riproponendo una "cosa rubata" ed in cui solo Sant'Agostino poteva credere. Io lo faccio confidando (ed è un augurio!) che sia un virus che possa almeno contaggiarvi aiutandovi a superare e risolvere i vostri problemi:"


La speranza ha due figli preziosi: si chiamano indignazione e coraggio.
L'indignazione per come vanno le cose e il coraggio per cambiarle.
Sant'Agostino (354-430).

ed allora tantissimi AUGURI DI NATALE (laici e religiosi, che ognuno li gradisca come vuole!) e di un BUON 2016 !!!!!

Ecchec...apperi tra i vari :

 Malasanità, Malapolitica, Malagiustizia, Malaeconomia e scendendo ancor più nei dettagli: Disoccupazione, Indagati celebri, Banche, Appropriazioni indebite, Disoccupazione, Occupati ma senza stipendio, Stipendi da fame, Esodati, Precari di ogni ordine e grado, Tasse, Evasori, Scuola, Consumi, Carenza di posti letto negli ospedali, Anziani, Invalidi, Pensioni da fame, Problemi ambientali, Buche nelle strade, Dissesti geo-idrologici, Ordine pubblico, Caos trasporti, Incompiute, Attentati, Mazzette, Alloggi & Sfratti, Ritardi & Burocrazia, Confusione & Pressapochismo, ecc, ecc...

almeno su uno di questi vorremmo metterci su una pietra tombale!!!! Non dovrebbe risultare cosa impossibile..., ho detto uno, mica ho chiesto la luna... ma che sia in maniera definitiva.  

mercoledì 23 dicembre 2015

La storia mitologica e non… dei Prometeo

Dall'accondiscendenza verso gli esseri umani al servizio pubblico verso gli utenti.

Mi si vorrà scusare se la piglio un po’ alla larga, ma c’è un nesso tra le due storie: un nome! Sfogliando riminiscenze scolastiche e navigando in rete, mi ritorna in mente la figura di mitologica di Prometeo. Emerge immediatamente che era un amico del genere umano.
Figlio, sembra frutto di una violenza, di un Gigante ed Era, per questo motivo era assai inviso a Zeus, o almeno fintanto non decise che Prometeo era troppo accondiscendente con quegli esseri umani che del resto aveva lui stesso forgiato nella creta. Prometeo, nella nostra cultura occidentale, è comunque visto come simbolo di “Ribellione”, di sfida alle autorità, nonché alle imposizioni. E’ ricordato nella mitologia per aver rubato ad Atena uno scrigno contenente l’intelligenza e la memoria per donarli agli umani; per aver, in un pranzo con gli dei, riservato le parti migliori di un bue agli umani e servendo le parti più scadenti a Zeus; per aver regalato il fuoco agli uomini. Tutte cose che finì poi con il ripagare legato con una catena attorno ad una roccia a farsi mangiare il fegato strappato dal becco di un’aquila.
Qualcuno a questo punto chiederà, ed allora dove sta ‘sto nesso? Semplicemente era per introdurre il fatto che mi è accaduto e che vengo a spiegare sperando che ciò che racconto possa essere di monito ed utilità a quelli che sono incappati in questa tipologia di furbesco disservizio pubblico (a quel che so, non si tratta di un caso isolato!).
Mi viene recapitata in data 4 dicembre 2015 una fattura relativa ad una fornitura di metano per un importo di € 200,69 a copertura di una lettura stimata pari a 34145. Qualcuno si chiederà dove sta il problema. Ebbene di problemi ce ne sono più di uno. Come recita nell’ultima riga della pag.2 in ogni fattura: “La invitiamo a comunicarci nei giorni tra il 26 … ed il 30/31… la lettura effettiva ecc…” io avevo provveduto scrupolosamente (come sono solito fare) ad inviare tale lettura effettiva (34074) in data 27/10/2015, cosa che invece non è stata assolutamente presa in considerazione.
Imbufalito da tale comportamento sono andato a leggere allora il contatore per vedere la differenza che esisteva tra il reale e lo stimato. E qui la sorpresa: il 4 di dicembre, si guardi bene, data della ricezione del documento e non della data di fatturazione, il numero reale era di 34144 mentre la stimata in fattura era già superiore, seppur di 1, segnando 34145. Stimata in base a che cosa? Probabilmente relativamente alle loro necessità di cassa.
Non parliamo poi per decifrare le voci della fattura! Io solitamente chiamo in aiuto gli amici della Nasa lanciando un SOS: “Houston ho un problema!“, al che spesso mi rispondono con un: “anche noi” a cui fa seguito logicamente il pagamento alla cieca.
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Al che a pensar male si farà anche peccato, però credo che in questo caso sia naturale e doveroso pensarlo. Ho la sensazione che qualcuno ci marci. Guarda caso, se tardi il pagamento anche di un solo giorno, scatta la mora, però sembra che incassare delle spettanze senza che si abbia consumato il gas, rientri nella legalità e non faccia scattare un centesimo d’interesse.
Dal momento che non sono il tipo abituato a porgere l’altra guancia, ho immediatamente telefonato al numero verde, dove un’impiegata “impappinata” ed anche più arrogante di quello che ero io al momento e ritengo anche comprensibilmente, prima mi ha detto che era lì proprio per aiutarmi, poi ha messo in dubbio che avessi comunicato la lettura o che se l’avevo fatta era magari fuori termine, poi scocciata mi annunciava che non poteva annullare la fattura (come se io non lo avessi già capito fin dal principio ed è per questo che ero imbufalito!) ed infine mi ha chiuso “educatamente” il telefono in faccia.
Non soddisfatto, anzi ancora più imbufalito, ho inviato una mail all’Ufficio Reclami, sempre in data 4 dicembre e più precisamente alle ore 13,38 spiegando il problema del disservizio a cui ero andato incontro e chiedendo che mi spiegassero prima le ragioni di ciò e poi di come mi dovrò comportare in seguito per comunicare la lettura con un margine di garanzia al fine di non essere nuovamente preso, italianamente, per i fondelli. Spiegando ancora, che qualora non avessi ricevuto una risposta entro 7 giorni, avrei consegnato alla stampa l’accaduto.
Beh, i 7 gg sono passati e non avendo ricevuto risposta, ho ritenuto che o l’Ufficio Reclami doveva essere oberato di lavoro (il che dovrebbe essere un motivo di riflessione per l’azienda) oppure il cittadino, evidentemente, non ha voce per costoro. Se così fosse, sarebbe opportuno quanto meno cambiare nome all’azienda, perché quel nome Prometeo, trafugato al personaggio mitologico e di cui sopra ho ricordato la storia, non ha nulla a che spartire con essa.
Pochi giorni fa, il 18, ho ricevuto una telefonata da parte di un incaricato (preparato, calmo e gentilissimo) dell’Ufficio Reclami della Prometeo Estra, che mi avvertiva che a seguito della mia mail, hanno provveduto ad annullare la fattura che sarebbe scaduta il 21 di questo mese, per l’ammontare calcolato su un consumo stimato. La fatturazione verrà di nuovo effettuata però calcolando questa volta sul consumo effettivo, come da me a suo tempo comunicato. Alla comunicazione telefonica, fatta in modo che non effettuassi il 21 il pagamento) faranno seguire quella ufficiale e per iscritto via mail, in cui mi si illustrerà le modalità in modo che la lettura del consumo effettivo, possa essere fatta lasciando una traccia di conferma.
Ritengo che come avevo criticato, tanto dovevo – per correttezza – ringraziare per l’intervento e nel contempo per rendere partecipi gli utenti che con il silenzio ed l’abbozzare non si va da nessuna parte: quindi, fate sempre sentire la vostra voce!

Franco Giannini Pubblicato Mercoledì 23 dicembre, 2015 su Senigallianotizie.it

domenica 20 dicembre 2015

Appena archiviato il IV Memorial di Volley “Giuliano Pierangeli”

 ... e già si pensa al 2016 !

E’ la squadra “Ristorante Il Casale” a far suo il trofeo della IV edizione del Memorial di Volley “Giuliano Pierangeli”, che batte in tre set la sua avversaria, in maglia canarina, del “T 9”.
Ad onor del vero bisogna anche segnalare e riconoscere che l’infortunio al ginocchio che ha colpito la squadra del T 9 nella persona di uno dei suoi migliori giocatori, Michele Allegrezza, all’inizio del secondo set, può, in un certo qual modo, aver facilitato il compito della vincitrice. Ma è solo una possibile scusante valida quanto quella del pelo nell’uovo!
Se è vero che l’abito non fa il monaco (e la squadra del “Ristorante Il Casale” non pone troppo l’attenzione sul loro look, essendo tutti con maglie disuguali), l’attenzione allora deve essere stata riposta su altri fattori: schemi, preparazione atletica e una panchina lunga e tutta preparata. Del resto, a dimostrare la qualità di tutti i suoi atleti e delle sue atlete, si deve aggiungere che è l’unica squadra che esce imbattuta dall’intero torneo. La classe non è acqua!
La squadra T9 del IV memorial di volley PierangeliL’unico neo ad emergere in uno splendido pomeriggio di sport veramente genuino è l’infortunio ad Allegrezza e quanto riferitomi dagli organizzatori del torneo: questi mi hanno fatto presente, con una vena giustamente polemica, che malgrado lettere indirizzate alla Provincia ed all’Istituto Corinaldesi per i riscaldamenti che non funzionavano, e malgrado l’assicurazione da parte dell’Istituto via mail alla società ASD Arci Volley e non solo, che gestisce la palestra, in cui si garantiva che il tutto sarebbe stato sistemato per questa giornata di finale, invece così non è avvenuto. Infatti il funzionamento del riscaldamento era limitato all’area del corridoio e degli spogliatoi, mentre la palestra ha continuato a restare al “fresco”. Quindi riscaldamento parziale, a fronte di un pagamento però per intero!
Giovanni PulcinelliFatto doverosamente l’appunto, ritorniamo alle note di carattere sportivo.Migliore giocatrice e miglior giocatore dell’intero torneo sono stati giudicati rispettivamente: Stefania Biagetti e Giovanni Pulcinelli. Poi premi con magnifici cesti natalizi, coppe e medaglie per tutti, grazie anche agli sponsor Hotel Universal e alla Farmacia Fulvi. A consegnare i premi ed a rivolgere un breve ricordo di Giuliano Pierangeli, ancora una volta il vicesindaco Maurizio Memè, accompagnato dal consigliere comunale con delega allo sport Lorenzo Beccaceci.
Immancabili come sempre le sorelle di Giuliano: Daniela e Roberta, che hanno voluto, alla fine della cerimonia, con infinito affetto e riconoscenza, consegnare due cesti natalizi ai due instancabili factotum di questo Memorial, in questo frangente anche commossi, Francesco Bramucci e Gianfranco Pacenti.
La premiazione dei due organizzatori del IV memorial di volley PierangeliCredo, questo punto, di poter concludere questa carrellata finale con la speranza di non aver dimenticato di nominare nessuno, rimandandovi al VIDEO qui sotto che racchiude, per l’appunto, brevi fasi di gioco della finalissima, il ricordo di Giuliano e tutte le premiazioni.
L’appuntamento è per il 2016 con l’edizione del memorial che sarà contrassegnata dal numero “5”.

Video :





di Franco Giannini

giovedì 10 dicembre 2015

Rivoluzionario Papa Francesco, ma don Giuseppe Cionchi non è che scherza !!

Una raccolta di pensieri e di passi di alcune interviste concesse da Papa Francesco, definito il rivoluzionario, ad alcuni giornalisti che hanno avuto il privilegio di disporre della sua pazienza.

Di questa paziente opera di ricerca si è incaricato don Giuseppe Cionchi, parroco di Monterado, organista, scrittore, giornalista, conduttore radiofonico di Radio Maria, nonché docente all'Università di Urbino.
Questa non si tratta della sua prima opera in qualità di scrittore, ma forse una tra le più rivoluzionarie, almeno da quanto a me è sembrato.
Non entro nei meriti religiosi, perchè, da ateo quale sono, non ne sarei capace. Ma ho trovato certe sue riflessioni su pensieri e passi di cui facevo accenno nel sottotitolo, che se da un lato sottolineano la rivoluzionaria mentalità del Pontefiche, dall'altra confermano la sua predisposizione ad essere un prete rivoluzionario, anchegli, come lo sono tutti quelli che sono più attratti e vicini alla gente comune.
Dopo aver letto questo libro, non so quanto sia grave per un "mangiapreti", ho voluto scrivere una lettera a don Giuseppe. Chi avrà la curiosità e la pazienza di leggere ne scoprirà il perchè.
Politicamente, tranquillizzo chi la pensa come me, non mi sono "venduto" anche io, come oggi va di moda, affermando che si può mutar parere (per alcuni con troppa facilità!). Io resto di sinistra, vista l'età che ho, non mi sto ruffianando con la Chiesa, per una raccomandazione per l'Aldilà, ma mi sono sentito di esternare quello che pensavo e penso di questo prete, che forse nella sua carriera, avrebbe meritato molto di più! 
Tra parentesi, comunque, ho voluto mettere il numero di pagina sia dei passi più salienti, toccanti, importanti che dovrebbero far pensare di Papa Francesco, come pure in quelli di don Giuseppe Cionchi che dovrebbero far ugualmente riflettere, ma, diciamo, principalmente a chi di Chiesa vive e s'intende. Seppur magari a volte dimenticando quale sia la loro effettiva missione pastorale.
Che dire di più se non che il prezzo di copertina de libro è di € 15 edito da Albatros e lo si può acquistare presso la Mastailibri di Via Cavallotti, 15 a Senigallia.
Buona lettura.

Questo il testo della lettera inviata :


Senigallia, 8 Dicembre 2015

Reverendo Giuseppe Cionchi,
Immagino che se non fosse per il latore della presente, ovvero mia moglie Giuliana Bacchiocchi, a far luce su chi sia il mittente di questa lettera, la sua prima esclamazione sarebbe un :” e questo chi è e che cosa vorrà?”
Infatti, don Giuseppe, noi non ci conosciamo personalmente. Anche se, devo dire, attraverso le ripetute pre-organizzazioni conviviali in cui solitamente è invitato e che si tengono a fine ottobre di ogni anno con i suoi “ragazzi” ex studenti dell'Istituto Prof. Alberghiero sezione Contabili d' Azienda, il sottoscritto lo ha iniziato a conoscere apprezzandone ed ammirandone le virtù sia come comune uomo ed ancor più come religioso.
La mia gli potrà risultare una “sviolinata” preparata ad arte, come si usa dire nel gergo popolare, ma deve credermi, qualora ritenesse questi meriti come spropositati ed immeritati, la colpa non è assolutamente la mia. Di mio c' è solo la sensazione che questi rispondano a verità perché ho “intercettato”, quasi obbligato e senza volerlo, i colloqui ed i giudizi telefonici che si scambiavano e che continuano a scambiarsi nei suoi confronti le/i sue/suoi allieve/i nel corso delle summenzionate preparazioni mangerecce. Giudizi che poiché espressi senza che l'orecchio interessato ascoltasse, sono da ritenersi di conseguenza sinceri, spontanei e veritieri.
Quindi se qualcuno ha esagerato, ma non credo, quello non sono di certo io.
La mia unica personale valutazione (diciamo voluttuaria!) l'ho potuta dare solo su quella bottiglia di Fragolino che regalò a suo tempo a Giuliana di cui ho potuto apprezzarne tutto il suo bouquet centellinandolo, come doveroso fare, con le cose piacevoli ai palati più esigenti. Cosa, don Giuseppe, che mi ha portato a questa esclamazione alla prima piccola sorsata degustante, che è stata, glielo giuro!!:” Hai capito don Giuseppe come si tratta bene?? Di vino se ne intende di sicuro, di anime non sono io di certo, quello che può giudicare il suo operato!”.

Ora se sono qui a disturbarlo con questa mia, non è per criticare o esaltare la qualità del suo vino, ma perché mi sono permesso, invece, di farlo sul contenuto e nella stesura del suo libro : Papa Francesco “il rivoluzionario”.
Nella dedica che lei ha posto sulla prima pagina del libro consegnato a Giuliana, oltre il menzionarla, ha fatto un riferimento anche nei riguardi del sottoscritto. Cosa questa assai gradita e di cui la ringrazio, che però mi ha fatto scattare la necessità di leggere il frutto di questo suo impegnativo lavoro di ricerca. Opera che mi aveva in verità interessato immediatamente già dal titolo con quel virgolettato riferito al Santo Padre definendoLo “rivoluzionario”.
Devo confessare che, affrettatamente e da antipatico saccente, il mio giudizio è stato impietoso. Cosa di cui mi scuso immediatamente, perché, ho appurato poi più avanti, proseguendo nella lettura, mi sbagliavo. E con questa mia ammissione, da agnosta quale sono, non chiedo di certo la sua “assoluzione” religiosa, ma doverosamente devo chiedergli delle scuse per la mia anticipata presa di posizione e per di più errata.

Vedo di spiegarmi però sui perché di tale mio giudizio avventato.
Dalla lettura delle prime 140 pagine l'impressione che ho avuto è stata quella di una sua furbesca mossa editoriale sfruttando il copia ed incolla su quello che altri avevano detto.
Di per se, ai nostri giorni in cui sono infiniti i fatti ancor più biasimevoli, da chiunque non vesta il suo abito, avrebbe potuto (ma visto con grande buonismo!) anche essere accettato, seppur a denti stretti, ma per un uomo di religione... scrittore e giornalista, nonché docente all'Università di Urbino, sarebbe stato difficile da mandar giù... Non crede?
Ripeto, mi sbagliavo e sono di nuovo a rinnovarle le scuse, per questo mio giudizio.
Dettato, però, forse anche da un pregiudizio aggravato (non è una scusante, veda bene, mi creda, ma solo una constatazione) dal fatto che per tradizione famigliare sono stato sempre un “mangiapreti”. Seppur sono stato battezzato, comunicato e schiaffeggiato nella Cresima e sposato in Chiesa, sa come avviene, per i soliti motivi, se non di credenza, ma come dire, di facciata o di facilitazioni che la burocrazia richiede.
Che vuol farci don Giuseppe, del resto sono nato in una casa dove tutti erano comunisti e già fin dall'età di 7 anni mi portavano in “sezione” ad ascoltare quelli che avevano, come diceva pieno di ammirazione l'allora buonanima di mio padre, “una certa cultura politica”; magari perché portavano nella tasca della giacca “L'Unità” con la testata ben visibile agli occhi di tutti. Poi a livello di cultura generale possedevano, si e no, visto anche i tempi, la quinta elementare. Comunque e vorrei sperare (la speranza deve essere l'ultima a morire), ma la vedo dura, che il livello culturale si stia alzando, seppur con estrema lentezza. Ma da quel che mi sembra di vedere è che solamente i “titoli di studio” si stiano portando più in alto, ma la conoscenza a livello culturale sia relegata molto alla tecnologia, lasciando indietro quella che quasi con schifo e puzza sotto il naso, molti chiamano “nozionismo”. Ed allora materie come storia, geografia, letteratura, ecc. vengono dimenticate. Ma, rubando una citazione, un popolo che non conosce il proprio passato non ha futuro.
Ritornando a noi, ovvero al libro, proseguo con il raccontargli che a mano a mano che procedevo nella lettura, mi appuntavo i tanti passi che ritenevo “stuzzichevoli”, ripromettendomi poi alla fine di questa, che mi sarei “vendicato” con una lunga serie di domande da porgli, che mi compiacevo potessero poi risultare imbarazzanti. Quasi che fosse la mia, più che una lettura un lavoro “sadico”... ed ora lo riconosco, principalmente stupido!
Avevo messo ritagli di carta a mo' di segnalibri, dove si parlava dei problemi del “creato”, della “famiglia”, del “lavoro” (pag.35), un altro (pag.36/37) dove si parlava della “Visita alla Terra dei Fuochi” del Santo Padre. Ed ancora sulla “disoccupazione” e “pedofilia” (pag 43). Poi la chicca su “le spese per gli animali”, la quinta spesa importante secondo le statistiche (pag.51). Ma anche i conventi vuoti trasformati in alberghi (pag.68), dei corrotti (pag.69) e della Curia Romana (pag.73) , come pure quella sui Giornalisti (pag.90).
Giunto alla pag 91, guarda caso, una sola riga sulla globalizzazione, una toccata e fuga sul G8 cardinalizio, sulle guerre. E si che solo su questi argomenti, mi fregavo le mani al solo pensiero di crearci su uno scoop, ci avrebbe potuto scrivere un libro, ed invece... Invece neppure una piccola riflessione! Ed intanto mi chiedevo, ma un'idea su tutto ciò, don Giuseppe se la sarà pur fatta ed allora perché non l'ha esternata?
Ed intanto andavo avanti (logicamente non soffermandomi sui brani specificatamente religiosi per ragioni di ignoranza in materia che mi impedivano assolutamente di fare obiezioni o critiche. ) continuando a mettere ulteriori segnalibri : sull'intelletto, sullo IOR, su l'Ipocrisia della Chiesa, sul lavoro, su Lenin, sul liberismo, sulla mafia (pag.da 92 a 97).
Altri passi interessanti emergevano sulla mondanità ed i Movimenti Popolari (pag.99), sulla Politica (pag.113) sui poveri (pag.114) e guarda guarda anche quella sul piacere del “Tango” di Papa Francesco e con tutto quello che ad esso poteva essere correlato (pag.127).
E mi attendevo, don Giuseppe, che ad ogni passo avesse commentato con dei suoi pensieri ed invece trovavo solo chi lo aveva detto ed in quale circostanza. E mi sentivo sempre più coinvolto nel motto Andreottiano del “a pensar male si fa peccato ...”.

Ma, c'era un ma, ed io avevo peccato di presunzione, ed era più che onesto che ne pagassi lo scotto e scoprivo come avrebbe fatto bene il buonanima di Giulio se avesse terminato il suo motto con il dire che “A pensar male si fa peccato!” Punto!!!
Fremendo un po' sono infatti così arrivato al Capitolo IV.
E da questo punto mi sono sentito a disagio, mi è caduto il mondo addosso, ho compreso che lo scoop era saltato, avevo fatto la figura del saputello e ben mi stava e che il ravvedermi per aver pensato male a priori era la minima cosa da fare, e che il far finta di nulla, intanto nessuno l'avrebbe scoperto, non mi tacitava la coscienza ed avrebbe offuscato il mio nome (Franco) che mi ricorda sempre di comportarmi con franchezza.
Non solo, ma da pag. 142 ho anche scoperto che oltre a Papa Francesco di rivoluzionario abbiamo anche don Giuseppe. E che rivoluzionario, tanto da far gridare “Alleluia” anche a me. Un altro uomo senza peli sulla lingua e che cammina a busto eretto!!
Ed allora le sue profonde riflessioni su : Via le chiacchiere dei documenti (pag. 151), il Vicario Generale e l'oro per la Madonna (pag.201), meglio gli animali dei barboni (204), la povertà dei titoli (spero che quello usato da me nell'intestazione sia giusto, ma a questo punto, a quel che leggo, sarei ugualmente perdonato per l'errore) e dei filetti rossi (pag.205), mi hanno affascinato. Un piccolo dubbio mi sorge su quanto scrive sull'illuminismo, sull'enciclopedismo (pag.214), mentre confermo su ciò che dice circa i Documenti Fondamentali (pag.215).
Ma la sua spiritualità rivoluzionaria (e purtroppo per questo, mi spiace doverglielo dire, don Giuseppe non lo faranno mai vescovo!) emerge come piace a me, quando dichiara (pag.231) :”... I Vescovi la smettano di avere la mentalità da “principi”...”. E lo condivido ancor di più, perché non ha neppur tentato di celarsi dietro alla solita falsità del “non certo tutti” o del “non facciamo però di tutta l'erba un fascio”. Chi deve capire, capirà!
Solo mi chiedo che cosa ne avrà pensato il nostro Vescovo, volendo dare per scontato che abbia anche lui letto questo suo lavoro, come del resto ritengo sarebbe stato suo Obbligo. Posso immaginare però che non gli avrà neppure fatto alcun rimprovero scoprendo che lo ha anche detto un suo superiore: Papa Francesco...
Vado a concludere, don Giuseppe, scusandomi doverosamente per la mia lungaggine, esprimendogli, per quel che possa valere, tutta la mia ammirazione, sia per le sue riflessioni, ma anche per il lavoro certosino di ricerca e per l'utilità che questo suo lavoro potrà avere nel tempo, riassumendo tutti i più importanti passi che il Santo Padre in appena un anno di Pontificato ci ha inviato. Oramai ci ha abituati a spedirci questi suoi pensieri profondi ed alla portata di tutti, ma che spesso sentiamo, ma non ascoltiamo e quel che è più grave, dopo appena un breve lasso di tempo, sia atei che credenti, dimentichiamo, con la scusante che siamo presi dal logorio della vita di ogni giorno. Io penso però più dagli egoismi quotidiani.
Da religioso quale è, credo anche, senza tener conto minimamente del mio incitamento, non ne ha bisogno, sono certo continuerà a camminare a busto eretto, dicendo pane al pane e vino al vino, preferendo come risultato di questo suo comportarsi, restare parroco di una piccola parrocchia quale quella di Monterado, piuttosto che una magnifica reggenza di un Duomo, di una Basilica, di una Cattedrale o anche il vestire del mantello di “principe” ecclesiastico.
Il piccolo è più bello e sicuramente più raccolto, quindi più modesto e più vicino alla gente comune. A volte, è una mia credenza, penso che il raccoglimento nella religione è quello che aiuta maggiormente a ritrovare se stessi. Se poi uno ha la fortuna di imbattersi in una piccola Chiesetta di paese ed in un prete quale lei è, può dire di aver trovato la cura per i suoi mali.
Gli ho scritto oggi, 8 Dicembre, data dell'apertura della Porta Santa, perché non potrà non concedermi il perdono per aver abusato del suo prezioso tempo e nel contempo per porgergli i miei più sinceri Auguri per un Santo Natale che speriamo foriero di Pace, Serenità e Speranza per tutta l'Umanità.
E vorrei concludere questa mia, se lo permette anche ad un non credente quale sono, un sentito ALLELUIA!!!!!!
Suo Franco Giannini


http://www.lospigolatore.blogspot.com/

mercoledì 2 dicembre 2015

Alla Cop21 :"Dai, copritevi bene, che usciamo a fare quattro passi e respirare una boccata di ossigeno!"

Anche la scelta della sigla Cop21 suona come farlocca ! 

Ma ancor più deludente è di già per sé l'altolà dei primi due grandi inquinatori mondiali : la Cina e l'India. Non vogliono e non accetterebbero mai di sentirsi imporre una qualche regola a loro non soddisfacente.
E mentre affermano queste loro idee, seppur si dicono disposti a collaborare, a Pechino sembra che sia stato emanata l'ordinanza di coprifuoco: si raccomanda di non uscire di casa, alcune fabbriche sono chiuse, i camion hanno divieto di circolazione e le persone che circolano per le strade sono tutte mascherate. Lo SMOG si taglia con il coltello! Gli studiosi del problema dicono che gli abitanti di Pechino è come se si fumassero una sigaretta ogni ora e mezza. In compenso, tra 4 o 5 anni, continuando così, i cinesi risolveranno il dilemma di come contenere il loro aumento demografico. Il problema è che lo faranno contenere anche a chi, come noi italiani, da tempo l'abbiamo risolto con l'avvento della "televisione e della miseria".  
Ma l'arrendevolezza di questa terra e di questo popolo, credo che la possa essere raccolta tutta in una foto simbolica (tratta da Ansa.it)  di questo artista di strada, che ha pensato bene di prendere per i fondelli i suoi politici, intentandosi questo sistema per purificare l'aria.
                                                                     
Ogni "grande" dei paesi partecipanti al vertice di Parigi, hanno suggerito la loro Aspirina contro il Cancro, nel tempo consentito a ciascuno di 3 minuti. Un problema grande per l'Umanità regolato con un Pic indolore e il sospiro del piacere espresso in "Già fatto?".
E per riepilogare in breve come hanno fatto loro in tre minuti, possiamo dire ed immaginare tanti di quei interventi a chi saranno serviti, chi li avranno ascoltati e magari qualcuno derisi.
Pensiamo a che cosa avrà pensato il cinese, quando il nostro Matteo avrà letto il suo temino : "Ma che cavolo sta a dile questo. 84 mila molti per causa delle polveli, fumo ed ozono, plimo in Eulopa e ha tutte le fabbliche chiuse. Almeno noi le abbiamo apelte ed abbiamo anche quelle che una volta elano di lolo..."
La Germania, ci segue a ruota. Che avrà potuto dire la Merkel? Avendola fatta sotto la neve e non sapendo che non la si fa perché al primo disgelo la si scopre, Ed i tedeschi poi oltre alla propria nazione, sono andati ad inquinare anche a casa degli altri.
Il Giappone non ha partecipato perché il suo "grande" era impossibilitato a letto colpito da una indigestione di carne di Balena in quanto offertosi quale cavia, a suo tempo, per studi scientifici programmati, su tale tipologia di alimento.
Obama, da Zio d'America, ha pensato di risolvere i problemi dell'Umanità, impugnando come al solito i suoi verdi $  e ventilandoli sotto gli occhi dei paesi con le pezze al culo.
I suddetti paesi con le pezze al culo, che si preferiscono chiamare con il termine "Emergenti" lanciando occhiate sensuali a quelle banconote, con l'acquolina alla bocca sono riusciti a malapena a mormorare :" A noi va bene tutto purché per continuare ad emergere non ci tagliate il Petrolio ed il Carbone!". E guarda caso, ma che ci frega, sono i due fattori più inquinanti.
Ed a ringraziare, immagino, saranno stati i principali paesi  produttori di queste risorse "indispensabili" ... si, ma per accelerare il processo di morte del nostro pianeta e dei suoi abitanti.
Poi c'erano anche i paesi poveri, ma senza neppure le pezze al culo. Gli ultimi della lista, i diseredati! Questi, visto il loro anonimato nei confronti di tutti gli altri, avranno i loro bei problemi già per ritornare a casa, sempre che riescano a vedere nel mappamondo da dove sono partiti e sempre che sia indicato, figurarsi quindi quanto saranno stati ascoltati nel corso del vertice...
E nel 2030, che non è neppure tanto distante, si inizieranno a vedere i risultati di tale incontro salottiero. Perchè di più non si è trattato. Ora a svolgere le pratiche burocratiche ci sono rimasti i "peones" dei grandi, che equivale, per costoro, a dieci giorni di vacanza nella "Ville Lumière". E quando gli potrà ricapitare??
Ora concludendo, visto la fine che i Giapponesi fanno fare alle balene, non so quale valore potrà avere l'augurio che solitamente si fa tra noi uomini della strada (non certo tra i "grandi" della terra) in previsione di tale data, ma io mi azzardo ugualmente ad inviarlo a tout le monde:" In culo alla balena!!"






di Franco Giannini

venerdì 23 ottobre 2015

Un libro scritto da e per chi ha cancellato dal dizionario il termine “arrendersi”

Secondo testo di Emily Iavasile, dedicato al figlio Christian ed a tutti quelli che lottano. Con l' annuncio della partenza.

Se il primo impegno di EmilyChristian, il nostro senso della vita” aveva come filo narrativo principale le vicissitudini, le angosce, le difficoltà in cui si imbattono le persone con disabilità dovute a malattie rare (entrambi – madre e figlio – sono malati di leucodistrofia il cui nome preciso è Malattia di Pelizaeus-Merzbacher), questo secondo lavoro è una speciale autobiografia composta da un elaborato e sapiente cocktail descrittivo composto da sensazioni spesso contrastanti tra loro.
In cui però non si troverà mai le parole “rinuncia” o “rassegnazione”, i termini quali “odio” o “rancore”. Forse perchè la famiglia è credente e la Fede ha sempre offerto loro un bastone d’appoggio morale assai importante. Del resto il contenuto dei due libri, invito a leggerli entrambi, potrebbe essere un aiuto disinteressato per quanti si trovano nelle loro condizioni colpiti da malattie rare.
E’ un libro meditativo dove Emily vuole, desidera ed alla fine riesce a portare il lettore ad una riflessione e all’invito a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica attraverso i suoi messaggi interiori ed i valori concreti suggeriti. Inoltre è anche un profondo arricchimento morale, psicologico e pratico, dove all’interno c’è uno “svolgimento di una vita” da leggere tutta d’un fiato, magari anche rinunciando, per una giornata, a scorrere le pagine di Facebook o ad assistere alla visione di qualche “giornalista” intrattenitrice di uno dei soliti pomeriggi televisi con le sue taroccate vicissitudini strappalacrime.
E l’occasione mi è ghiotta per poter rivolgere un invito alle nostre “Eccellenze” parlamentari dei politici locali, che vista la loro vicinanza in Parlamento alle inavvicinabili (per noi miseri mortali) personalità quali la ministra Beatrice Lorenzin, o la presidente della Camera Laura Boldrini, a far loro dono di una copia di entrambi i libri. Visto mai che oltre che politiche sono anche entrambe mamme, qualche spigolo morale abbia ad arrotondarsi!
La copertina del libro di Emily Iavasile, mamma di Christian CialonaMalattie rare, dicevo, che in Italia, i nostri medici e ricercatori conoscono bene, ma che invece sono volutamente “sconosciute” dalla parte burocratica ed amministrativa della nostra Sanità. Un Ministero che si gestisce alla stessa stregua di un’impresa economica che deve dare utili (il solo imperante Dio guadagno!) e non servizi che salvaguardi la salute e la vita dei cittadini.
Ed è, infatti, sotto gli occhi di tutti come il nostro Governo sia insensibile e sordo alle grida di dolore che si alzano da coloro che, colpiti dalla disgrazia, vogliono avere la libertà e la possibilità di “staccare la spina”. A questo punto allora si potrebbe pensare che Stato sia ben disposto a tutelare chi invece vuol curarsi e guarire. Invece anche qui lo Stato è sordo ed insensibile. Uno Stato che vergognosamente rifiuta quel minimo sindacale di dignità ai suoi cittadini più deboli, sia che scelgano la strada della rinuncia che quella della speranza.
Nel nostro Paese, l’unica speranza che rimane a chi disgraziatamente si trova a combattere con i meandri del menefreghismo governativo è, sempre che poi si riesca a trovare dei canali economici di qualche amico, di qualche volontario mecenate, di staccare un biglietto ed andarsene dai lidi nativi visto come oramai in certi casi, come quello di Christian ed Emily, ci si sente ugualmente stranieri e di peso in terra natia. A fine novembre, infatti, anche la famiglia Cialona abbandonerà l’Italia, avendo deciso di approdare e questa volta definitivamente, alle Isole Canarie (perchè oltre a tanti benefici di natura di servizi, il clima è ottimale per Christian). E si guardi bene che non si tratta di una rinuncia, la loro, ma è il continuare nella lotta di Davide contro Golia, dell’orgoglio contro la vergogna. Andandosene, si lascieranno alle spalle tanta nostalgia, non certo per questa Italia che ci governa, ma solo e principalmente per i parenti e gli amici che qua lasceranno e che pochi non sono.
Buon viaggio cari amici, che la costanza, la determinazione, la speranza non vi abbandonino mai, mai rinunciare, perchè poi il rimpianto di dire “forse, se avessi provato…” vi perseguiterebbe ogni istante.

Allegati

Chi fosse interessato all’acquisto del/i libri può contattare direttamente l’autrice Emily Iavasile al numero 339/1468406

Franco Giannini
Pubblicato Giovedì 22 ottobre, 2015 su Senigallianotizie.it

giovedì 15 ottobre 2015

Ben 204 candeline sulla torta di “fine estate” della Casa dell’Ospitalità di Ostra Vetere

Due le Ospiti che hanno superato la soglia dei fatidici cento anni !

Che sia tutto merito dell’aria di Ostra Vetere? Sicuramente anche quella. Ma credo che l’elisir di lunga vita di queste due centenarie sia da ricercarsi in varie componenti, quale anche il cibo, l’affetto dei loro cari, le cure a loro rivolte dalla fondazione Casa dell’Ospitalità F. Marulli attraverso le proprie maestranze, che, a quanto pare, oltre che curare tutti gli “ospiti”, li “viziano”, inventandosi giornate festose prendendo a scusante qualsiasi pretesto.
Poi, come si vede, queste festività occasionali divengono appuntamenti fissi nel corso degli anni. Tant’è che sabato 26 settembre ospiti, familiari e tutto il personale socio sanitario, infermieristico ed amministrativo, si sono ritrovati per il “4° barbecue – festa di fine estate“, quello che ormai è divenuto un appuntamento tradizionale.
Festa di fine estate e compleanni alla Casa dell'Ospitalità di Ostra VetereQuest’anno poi ancor più festaiolo, perché oltre al barbecue c’erano da festeggiare due compleanni: uno della signora Agata Bordi e l’altro della signora Teresa Ortolani. In verità, per educazione, non si dovrebbero mai rivelare le date di nascita delle signore, ma in questo caso, me ne assumo tutte le colpe, sono costretto a farlo per dimostrare che sono effettivamente entrambe centenarie: la prima, la più giovane, è nata infatti il 28 agosto 1915; la seconda, diciamo più adulta (ben 104 anni!), ha visto la luce il 14 settembre 2011.
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Ad aprire la giornata, prima di dar inizio ai programmi festosi, il parroco don Mauro Baldetti ha celebrato la messa, alla presenza delle istituzioni comunali di Ostra Vetere nelle persone del vicesindaco, Luigina Brocanelli, nonché dell’assessore ai servizi sociali e pari opportunità, Martina Rotatori.
Il menù è stato semplice, gustoso, ottimo ed abbondante tanto che tutti, sia ospiti che invitati, si sono detti soddisfatti ed hanno sinceramente gradito ed apprezzato. Sicuramente motivati anche per il fatto che alcuni degli ingredienti provenivano dall’orto (non a Km bensì a metri zero!) della stessa struttura Marulli. Ma non solo coltivati nella terra interna alla struttura, ma anche coltivati dagli stessi ospiti (ovvero, dal produttore al consumatore o meglio “e” consumatore), quali, ad esempio ed uno su tutti, il basilico con cui le cuoche di “Casa dell’Ospitalità” hanno dato vita ad un pesto a dir poco fa-vo-lo-so. Ma non si sono fermate qui, se si pensa che hanno anche servito delle ottime, ma forse gli aggettivi più appropriati sarebbero “superbe”, “celestiali”, lasagne con verdure di stagione.
Ma le cucine, grazie anche alla collaborazione dei ragazzi della pro loco di Ostra Vetere hanno continuato nel loro certosino e professionale lavoro sfornando anche ulteriori pietanze luculliane a cui hanno fatto seguito squisiti dolci, preparati anche questi dagli ospiti con l’aiuto e la supervisione degli operatori dell’Alma Consulting.
Festa di fine estate" della Casa dell'Ospitalità di Ostra VetereSaziati i piaceri della gola, la giornata è poi proseguita con lo spettacolo offerto a tutti i presenti sia dal gruppo folcloristico de “La Damigiana”, composto da stornellatori e musicanti, sia da un altro gruppo composto da volontarie e volontari tutti agghindati nei loro abiti folk, che hanno regalato agli intervenuti una giornata piena di allegria.
Come consuetudine, ad ogni evento della Casa dell’Accoglienza, non poteva mancare una delle colonne portanti del volontariato: il Gruppo U.N.I.T.A.L.S.I di Ostra Vetere e Pongelli, sempre in prima fila quando si presenta l’occasione per regalare un sorriso ed un aiuto agli ospiti della struttura.
Era sera quando si spegnevano le luci e si gettava la cenere sulla brace del 4° barbecue, ma già gli organizzatori, salutandosi con un “arrivederci” si davano appuntamento per porre le basi e programmare quello futuro. Il tutto, eventualmente, sempre alla Casa dell’Accoglienza F. Marulli in quel di Ostra Vetere. Ed allora come salutarci, se non con un … arrivederci!

Franco Giannini
Pubblicato Lunedì 12 ottobre, 2015 su Senigallianotizie.it

giovedì 8 ottobre 2015

Fischio d’inizio per il IV memorial di volley Giuliano Pierangeli

Anche quest'anno numerose le squadre partecipanti divise tra le palestre Leopardi e Corinaldesi.

Come annunciato, dal parquet fin sugli spalti della palestra dell’istituto Corinaldesi è risuonato, domenica 4 ottobre 2015, il fischio d’inizio del torneo amatoriale di volley in ricordo dell’indimenticabile quanto solare e sorridente figura di Giuliano (per tutti gli amici Sauro) Pierangeli che ci ha lasciato quattro anni fa.
Come oramai abitudine, a farsi carico di tutta l’organizzazione e della direzione delle partite, è sempre il solito Francesco Bramucci, supportato, non dimentichiamolo, dal suo braccio destro Gianfranco Pacenti: oltre a svolgere il compito di arbitro delle partite, lo affianca nelle tante altre incombenze dei fine partita, dei pre e fine memorial, che poche non sono.
Nove le squadre a contendersi il trofeo del memorial 2015: Anche no – Center Shopping – CLT Autotrasporti – Do Brasil – G.E.A. – Ristorante il Casale – Ristorante Il Pomodoro – T9 – Terzo Tempo. Qualcuna è una vecchia conoscenza! Ogni settimana, a turno, una squadra osserverà una giornata di riposo.
Finali e finalissima sono previste per il giorno 13 dicembre a partire dalle ore 15 nella palestra dell’Istituto Corinaldesi, la stessa in cui si è alzata tradizionalmente la prima palla. A scendere in campo, dando così ufficialmente vita al torneo, sono state le squadre Center Shopping e Ristorante Il Casale.
Il pre-incontro del IV Memorial Giuliano PierangeliA fare gli onori di casa Daniela Pierangeli, sorella di Giuliano, unitamente a Ernesto Murenu vice presidente della sez. di Senigallia dell’ANFI: con il loro lancio del pallone hanno decretato l’apertura degli “incontri”. Perchè, come spesso ho avuto modo di sottolineare, in questo torneo amatoriale non si usa il termine “scontri”. Anche perché non ci sono neppure contestazioni sull’operato arbitro e se può esserci umanamente una sua possibile svista, il tutto si risolve con un’arrendevole alzata di braccia da parte di chi obiettava ed al massimo un suo benevolo comprensivo sorriso.
Come sempre sarà possibile seguire risultati e classifiche sul sito http.//memorialvolley.blogspot.it/
Che altro dire se non augurare buon divertimento a tutti gli atleti e a chi vorrà assistere alle partite che si disputeranno nelle due palestre degli istituti Leopardi e Corinaldesi: gli orari sono le ore 15 per la prima partita ed le 16,45 per la seconda e sempre nelle giornate di domenica.
Da parte di chi scrive, l’augurio che vinca il migliore e l’appuntamento per la finalissima e le consuete premiazioni.

Allegati 
Franco Giannini
Pubblicato Mercoledì 7 ottobre su Senigallianotizie.it

lunedì 5 ottobre 2015

La Lorenzin, ovvero la ministra che con quella bocca può dire ciò che vuole...

... non li perse quando ancor una giovincella di 40 anni li aveva legati con il fil di ferro, figuriamoci oggi da ministra della sanità.

Solitamente rifuggo dal chiedere l'aiuto in quello che spesso sulle pagine di FB considero come la Catena di San Antonio" del "Condivi se sei d'accordo". Ma questa volta, mi cospargo la testa di cenere e invito gli amici, per una volta, ad aiutarmi, perché questo mio grido, che non è più di dolore, ma di rabbia ed esasperazione, riesca, visto mai, ad arrivare alle orecchie della ministra o di qualche suo lecchino sottopanza. Ho fatto già una lettera aperta, che non ha avuto seguito, come del resto non ne avrà questa. Sono del resto codardi nel rispondere, quanto in egual misura della loro alterigia, arroganza e spocchiosità.

Povera crista, le son piovuti addosso un sacco di rimproveri. Il primo che come ministra della sanità, non ha neppure in mano una laurea breve da infermiera. Vabbè, è vero, ma è anche vero che ha però un bel diploma di liceo classico. Che cosa ci fa? Del resto non è un pezzo di carta (come lo chiamava mio padre!) a fare intelligente un imbecille.  Agli altri mortali (intelligenti e capaci) solitamente serve quale buona preparazione per affrontare studi universitari, ma a lei non è servito perché conseguito il diploma è stata rapita. Rapita da chi o da che cosa? Sembra che sia stata folgorata nella via di Damasco e che la prima cosa che abbia abbracciato sia stata la politica. Una cosa che ti fa credere di divenire una specie di padreterno in qualsiasi cosa tu ti voglia cimentare. Vero però è, che lei anche dopo la scuola ha sempre continuato a studiare, tanto che oggi, arrivata dove è arrivata, con i risultati sotto gli occhi di tutti, si può ben dire che continua a studiare, ma sul come prendere per i fondelli i comuni cittadini, con un occhio di riguardo particolare a quelli con la salute a rischio ed a quelli meno giovani. Insomma, una specie di accanimento nei confronti dei più deboli. Un po' sadica, direbbe qualcuno. Ma no, è una ragazza che ha bruciato i tempi della carriera politica e si è ritrovata proiettata senza accorgersene dagli anni della dolorosa macchinetta dei denti agli anti estetici mandarini sotto gli occhi più difficili da curare (a pagamento, perchè il SSN non passa le cure estetiche).
Del resto, che volete, almeno una volta in una cosa siamo tutti uguali, negli anni (presi come spazio temporale, non certo di qualità di vita) che passano impietosamente nello stesso modo.
Non avrà ancora sostenuto gli esami per la qualifica d'infermiera, però non si può dire che di materia odontoiatrica non ne mastichi (battuta!) qualche cosa o che non potendola masticare ne sia completamente digiuna.
Se il nostro bravo premier "orzobimbo" ha creduto che le quote rosa dovessero essere rappresentate da questa mediocre tipologia intellettuale di signore quali appunto la Lorenzin, la Madia, la Giannini, la Mogherini, la Pinotti, la Guidi... per scendere al di sotto della mediocrità fino a toccare l'insufficienza e con tanto di tutore di sostegno, come la Picierno in primis, la Bonafè, la Moretti, la De Micheli ed altre di cui non mi sovviene il nome, certamente l'ha fatta fuori del vaso. Del resto non è la prima volta e neppure sarà l'ultima. Non politiche, non intelligenti o quanto meno non fanno nulla per dimostrarlo, solo forse delle piaccione (e poi mica tutte) intrattenitrici TV o ragazze da copertina nei giornali patinati.
Ma quello che mi lascia di sasso è che le donne, quelle intelligenti, lontane dalla politica (e ce ne sono tantissime e forse anche in maggior numero degli uomini), non si sentano offese da tali scelte che ledono l'intelligenza di chi la materia grigia l'adopera ogni attimo della giornata, non certo per giocare a fare la politica di turno, ma per mandare avanti la baracca (leggi famiglia!).  

Bisogna riconoscere che la Lorenzin conscia della sua limitatezza, ha scelto diversi tutori circondandosi di professionisti in materia. Medici e professori che lasciano in verità qualche dubbio sulle loro effettive conoscenze del problema Sanità.
Ricordo che quando ero militare, ci chiedevamo perché il medico della caserma (eccezion fatta per i Sten di complemento che erano di leva come noi) avesse scelto di vestire una divisa guadagnando quattro lire, rispetto a quanto avrebbe potuto racimolare lavorando in privato o in una struttura ospedaliera. E la risposta ci arrivava puntuale quando marcando visita questi ti prescrivevano, tanto chee avessi il mal di denti o il mal di stomaco o una influenza, la solita miracolosa supposta che guariva tutti i mali. I padri, delusi, immagino che dicessero "poveri quattrini miei".
E questo pensiero mi torna alla mente quando si parla di questi consiglieri, di questi esperti la cui preparazione, almeno vedendo i consigli che propongono a questa signora, è sotto gli occhi di tutti. Con i loro genitori accomunati nel dolore di quelli di cui sopra, con i figli in Sanità.
Ed oggi la Lorenzin, più che vederla come una valida, preparata, efficiente, ministra della Sanità, mi appare come una dolce, innocente, patetica sartina anni '30 a cui per ammodernizzarla, qualcuno le ha riservato uno stand al Salone della Moda di Milano. Ma lei  rimane un anticaglia identica a quella specie di antica immagine della Madia (che moderna non diverrà mai!), con le forbici in una mano e l'ago nell'altra ed alla quale di nuovo e moderno gli hanno solo cucito un sorriso governativo d'ordinanza a 42 denti che rispecchia tutte le falsità del suo partito e del suo premier. Quello stesso sorriso imposto per raffigurare l'emblema di quell'ottimismo con il quale si dovrebbero risolvere tutti i mali del paese, sempre che il paese ne abbia.

Oltre 200 esami, tra analisi di laboratorio ed immagini,  che se li vogliamo, da domani, dovremo pagarceli. Ed in un certo qual modo devo dire che concordo nel fatto che fino ad oggi se ne facevano forse troppi ed in maniera incontrollata. E l'ho anche scritto a suo tempo. Il medico di famiglia non ti visita più. E' diventato un burocrate della Pubblica Amministrazione senza più il camice bianco, ma con le mezze maniche nere.
Ora entri nell'ambulatorio e dopo il saluto gli dici "Dottore, ho un dolorino qui..." e gli indichi il fianco, ed immediatamente ti senti rispondere "Faccio fare l'impegnativa per una TAC all'infermiera e poi vediamo! Arrivederci". Si sono dimenticati a come si fa una visita, al vecchio dica 33, faccia un bel respiro o ai vecchi raggi X per i dolori di stomaco o i fegati ingrossati. La vecchia visita a domicilio è rimasta solo quella dei giorni festivi se ti piglia un colpo e sei costretto a chiamare la solita, comprensivamente spaurita, guardia medica alle sue prime armi.
Ma vedi quante volte ho usato la parola vecchio? E' tutto lì l'arcano. Il progresso avanza, ma non è per tutti. Oggi a quel che sembra ci sono tecniche più moderne che ti garantiscono sicurezza e celerità superando anche le liste d'attesa. Come? Basta che paghi. Se non puoi, crepi! Anzi, poco prima di chiudere gli occhi ti fanno anche usare questi accorgimenti di ultima generazione, perchè magari avendo certezza che intanto sei sotto la pensilina in attesa dell'ultimo treno, puoi servire da cavia per qualche medicinale da testare che qualche casa farmaceutica in cambio di un bel viaggio ha promesso al primario.

Sordi, nel suo "Il medico della Mutua" ha preceduto i tempi. Una sua visita era arrivata a non superare i 3 minuti ed oggi abbiamo realmente raggiunto quel tempo. Quindi  controlli e non i tagli ci volevano. Tagli poi che chiamano con un altro termine: Razionalizzazione, ma non venite a prenderci per i fondelli.
I posti letto sono diminuiti, gli interventi sono oggi tutti ambulatoriali o in day hospital, le medicazioni poi anche per  quelle più dolorose, alzi le chiappe e te le vai a fare al poliambulatorio. E per i deficienti che ci governano invece queste sarebbero razionalizzazioni: ovvero si spende meno, perchè si offrono maggiori servizi. Ma a quel che mi risulta anche i servizi funerari fanno acqua ed hanno i loro problemi. Il fatto che non vi mandi a farvi benedire è perchè cerco di restare una persona educata. Non so però per quanto tempo ancora.
Un conto è un controllo sull'uso abuso di un qualche servizio, un conto è però usare l'arma del ricatto nei confronti dei medici minacciandoli che se l'esame non è indispensabile lo dovranno pagare loro.  Chi è che lo deciderà, un medico in frontiera o un rincoglionito medico ministeriale con le piaghe da decubito sotto il deretano dovute alle quantità di ore che passa in poltrona e che ha preferito quel posto perché allergico alla vista del sangue ed incapace di fare anche un'iniezione?
Ma invece oramai la dittatura ha occupato le stanze del Governo.

Ma la stronzata peggiore (e si scusatemi, sto diventando volgare, ma lasciatemi almeno sfogare ) che è uscita dalla bocca della Lorenzin (lei con quella bocca si può permettere di dire ciò che vuole grazie ai "fil di ferro" dolorosi, ma utili, usati nell'età giovanile), ha insinuato che la gente va dal dentista come fosse un diletto. Sarà inesperta, sarà ingenua, sarà consigliata male, ma oramai ha un'età adulta, ha due figli, occupa una carica importante, cose che non gli permetteno più di vomitare castronerie senza usare la materia grigia che ha  a sua disposizione. Prima ragioni e poi dai fiato alla bocca.

Io, e si passo a darti del tu, perchè sono prima cosa più anziano e di tanto di te e poi sono uno dei 60 milioni dei tuoi datori di lavoro che ti pagano profumatamente per svolgere un lavoro che tu invece esegui in maniera arruffata e qualitativamente scadente. Devi sapere mia cara che io ho rinunciato a curarmi nel modo da te imposto. Ma non da oggi, solo perchè tu me lo imponi, ma da tanto tempo. Rinuncio a fare esami del sangue, delle urine, a quelle per immagini seppur sia cardiopatico e portatore di Pacemaker. Perchè ti chiederai ? (ma che fesso che sono. So che non te lo chiederai perchè della vita degli altri, tolti forse i tuoi cari, te ne può fregar di meno!). Semplicemente perchè quella che tu e quell'orzobimbo di quello che credi sia il tuo superiore (I tuoi superiori sono i cittadini! Ricordalo e non solo da accattoni quali siete voi politici, al momento delle elezioni), mi proponete, non è più una vita dignitosa, è una vita da pezzenti. Una vita a cui io preferisco rinunciare ancor prima di arrivare a darvi la soddisfazione di sentirmi negare anche di staccare la spina di una eventuale macchina che mi continui a tenere in vita. Perchè alla fine è quello a cui andremo incontro.

Ma quando parlavo di stronzata a cui avevi dato vita, mi riferivo alle cure odontioiatriche che la gente, secondo te, si divertirebbe a farsi fare.
Io anche qui ho rinunciato e da tanti anni, causa il costo di queste cure. Non avevo i quattrini prima quando avevo uno stipendio, figurati oggi con una pensione da operaio ed un affitto da pagare. E forse sarà perchè i costi sono salati che tu credi nella tua voluta ingenuità che la gente ne approfitta?
Ma sai quanto costa una sola pulizia dentale? Sai che cosa comporta la pulizia dentale a livello di  sicurezza per il fisico che non sia solo un igiene orale? Sai che cosa comporta la perdita dei denti e non parlo come fattore estetico? Bene anche in fatto di malattia orale, io mi sto "curando" da me e come puoi ben vedere dalle foto che mi sono scattato con un selfie puoi vedere in che condizioni ho la bocca. Ed io, tu non di certo e non perchè non hai uno straccio di diploma da infermiera, sono consapevole che ci sono tante persone con bocche in condizioni più pietose. Ma vedi i due denti, quelli me li sono estratti da solo o meglio sono caduti da soli, Molto probabilmente Piorea. E se così fosse, cosa di cui ho quasi una certezza, questi due sono solo i primi di una lunga serie.

Tra la tanta sfiga delle tante carie,  che fortuna, mi son caduti proprio i due che forse erano i meno peggio.
Gli altri però sono stati intelligenti e per non farmi trovare orripillante oltre a quello che già sono, anzicchè lasciarmi una finestra sopra ed una sotto, intelligentemente si sono spaziati. Un gran culo (pardon!). Il tartaro ha occupato quasi tutta la superfice dentale, una ciste di non so quale natura sta nascendo tra i due incisivi superiori e tu mi vieni a dire che la gente va dal dentista, così, quasi per divertimento. Paradontax, Listerin e spazzolino sono le uniche cure che mi posso permettere. Del resto tu le cure gratis le proponi alle persone economicamente disagiate (7 mila € annue?) ma ci fai o ci sei?
Però attenzione, con la bocca che mi ritrovo sono in possesso di un'arma impropria. Quasi da dencia alle autorità preposte. Con una mia espirazione incontrollata e di primo mattino potrei procurare dei guai irreparabili a chiunque mi si pari di fronte e la colpa se ciò dovesse avvenire, dovrebbe ricadere sulla tua persona.
 
Come dici? Le foto fanno un po' schifo? Condivido, hai ragione, ma vedi e credimi che non sono solo le immagini a fare schifo, ancor più sono i comportamenti.
A questo punto chiudere con un "Vergogna" sarebbe da populisti, ed allora io chiudo invece, anche perchè lo sento veramente, mi spiace, perchè provo per te una gran pena !







di Franco Giannini

martedì 29 settembre 2015

Dicono :" In un anno vedremo dei risultati neppure raggiunti in 50 anni"

... e credevo che da questa affermazione ne sarei dovuto uscire gratificato...

Ed invece, dopo aver letto un paio di articoli, mi son chiesto se questa previsione suonasse più come una minaccia piuttosto che una promessa per noi poveri umani.
E guarda caso, entrambe le notizie roteavano nel mondo dei bambini. Il futuro di quel roseo domani che tutti (almeno lo spero) auspichiamo per i nostri figli e nipoti.

La prima riguardava il "pentimento" di un bimbo di 11 anni, figlio di un boss, divenuto collaboratore di giustizia nonché, quindi, a soli 11 anni, un "maggiorenne" ad honorem (e magari ritenuto al contrario un disonorem della "famiglia"). Un bambino al quale è stato insegnato ancor prima dell'abecedario (se ancora lo si usa?, ma non credo!) il funzionamento del mettere il colpo in canna e del togliere la sicura da una pistola. In un caso come questo, se solo si potesse mettere sulla bilancia i pro ed i contro, non saprei dove l'ago della bilancia potrebbe spostarsi. Più grande la vittoria di aver strappato un ragazzino dalla strada o la sconfitta per non averlo saputo difendere da questa situazione che suo malgrado lo accompagnerà per tutta la vita, con un padre in galera ed una madre anche lei "pentita"?

La seconda non saprei come definirla, se un successo della tecnica da elogiare o invece un risultato da "condannare".
Di certo un risultato ottimale per quello che sarà la corsa agli acquisti in vista delle prossime festività natalizia. L'oggetto che farà sicuramente tendenza e che i genitori acquisteranno per essere alla moda, trincerandosi dietro un'utilità che effettivamente io, invece, proprio non ci vedo.
L'oggetto del desiderio è il telefonino per bimbi di tre anni... si, ripeto, per bimbi di tre anni ideato da un inglese e da un nostro conregionale, essendo costui nato a Jesi.
Dicono: facile da usare! E vorrei vedere se non lo fosse vista l'età degli utenti! Però oltre che essere resistentissimo (anche qui la cosa era scontata) è dotato (oltre ad innumerevoli servizi) della sua più importante peculiarità quale: un efficiente sistema di localizzazione che si basa su tecnologia GPS e non solo.
Al che uno può pensare sia utile alla famiglia ultra ricca con una villa immensa in cui con questo giocattolo, può tenere sempre sotto controllo il suo "tesoro" che si sposta dalla stanza n°1 alla stanza n° 15, che passa dal giardino alle scuderie. Ma balena subito dopo un attimo di riflessione il dubbio che sia invece, in tale ambiente, un oggetto assolutamente inutile, dal momento che si presume che in una casa con 15 stanze, giardino e scuderia, abbiano anche quattro soldi per mantenersi una "tata", che ritengo sia un pochino più rassicurante della tecnologia.
Allora, mi son chiesto, sarà stato ideato per far fronte alle famiglie normali. Ma anche qui il dubbio mi ha assalito. Una famiglia di quattro persone solitamente (salvo eccezioni) abita in due (o se hanno fortuna e qualche € in più, tre ) camere, cucina/soggiorno per uno spazio in mq. che va dai 100 per scendere a 50 (miniappartamenti). La stanza principale dove la famiglia vive realmente è la cucina/soggiorno, dove tutto è sotto controllo di uno dei genitori e dove mi chiedo a che cavolo serve il telefonino ed il GPS per controllare i movimenti dei pargoli che spaziano in quei 20 mq di spazio?
Se questa è la tecnologia che avanza e che suona alla porta, io so che non ho la forza per impedirle di entrare, quindi arrendevolmente mi faccio da parte e la lascio passare e mentre questa occupa la mia stanza io però me ne esco a respirare una boccata di quell'aria, anch'essa purtroppo sempre più inquinata dai frutti di questo che chiamano progresso. 

Ci accorgeremo, come sempre in ritardo, che ogni componente della famiglia seppur con telefonini di marca diversa : mamma e papà  entrambi un "Corni-phon" di ultima generazione che sta ogni giorno facendo brecce nelle famiglie con le loro "scopertine", i bimbi piccoli il "Gioco-phon", quelli più grandi "Droga-phon" (anche questo un modello di vita che sta prendendo campo) ed i nonni i "Rinco-phon" ( un modello questo che più passa il tempo, più resta di moda!), ma tutti portati a rendere sempre meno lunghi ed impegnativi i contatti attorno al desco (parola in disuso!) famigliare. O al più si comunicherà attraverso i messaggi con WathApp, gli uni affiancati agli altri, eliminando così virtualmente quell'ingombro al centro stanza che è il tavolo da cucina (dove un giorno, ma oggi largo alla modernità), le famiglie si ritrovavano per gioire o rattrisatrsi di ciò che la vita riservava loro. E a quanto sembra per l'iniziazione a questo nuovo sistema di vita famigliare, bisogna cominciare a studiare il mondo tecnologico da molto giovani... a 3 anni e per l'immensa e gioiosa felicità di mamma e papà per aver generato un mostro d'intelligenza e precocità, magari anche prima!! E perchè no, un telefonino galleggiante nel liquido amniotico ??






di Franco Giannini