mercoledì 30 giugno 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA.....

....Continua....

Capitolo 12°
I PANNI SOTTO LA CENERE

UMBERTO: Ai lavatoi de solito c'andava le ragazze.
BRUNA : Se riempiva la tinozza con acqua calda e ghiaccia e ce se metteva la soda.
UMBERTO : Io il cloro.
ZELINDA : No il cloro no !
NELLA : Io so che c'era la varecchina solo!
DELIA : Da me si lavava a mano con la varecchina, poi si metteva i panni sotto la cenere e venivano più bianchi.
NELLA : Se metteva la cenere in dondo, con un telo poi se buttava giù l'acqua.
LIDIA : L'acqua che si buttava giù e che se mischiava con la cenere si chiamava la ranna, ce se lavava i panni colorati.
ANGELA A. : Per far diventare bianchi i panni al sole io facevo così : io lavoravo da un signore che me dava i pagni da lavare. Verso mezzogiorno li lavavo e li mettevo a bagno con la cenera de pino con l'acqua a bagno i panni quando li tiravi su non c'era più una macchia.
ERSILIA : La cenere rimaneva nel telo.
ANGELA A. : Rimaneva a fondo la cenera, rimaneva li e quando je davi il sapone non c'era più 'na macchia : olio, sugo, vino, non c'era più niente ! Mio padre era paralizzato, ma una mano era libera e la usava, me dava 'na mano, e buttava giù l'acqua.
BRUNA : Si, era chiamata la "ranna".
DELIA : Se se stendevano al sole sbianacavano ancora de più.
BRUNA : C'era un piccolo lavandino a casa, ma li non ce lavavi le lenzuola allora se lavava con la ranna dentro una bacinella. Io andavo alla Fonte del Coppo.
ANGELA A. : I panni se torceva bene bene, ma era già sciacquati.
LEDA : Io a mano ho lavato poco.
ZELINDA : Quando ero piccola, io facevo con la cenere poi mia mamma se non erano venuti bianchi andavamo al fiume a lavare, ma a volte arrivava la fiumara e portava via tutto. Stavamo al fiume tutto il giorno, allora mamma ci portava la minestra da mangiare, facevamo anche il bagno.
NELLA : Troppe volte le ho lavate io le lenzuola. La cenere passava piano piano e se risciacquava con l'acqua chiara.

CAPITOLO 13°
LA PESCA

ORNELLA : Il pesce turchino va a flocchi e i marinai si mettevano in due barche per prenderlo: "Stasera andiamo a sfogliara perchè c'è la luna piena" dicevano i pescatori. "Quando fa tempo buono l'onda è lunga, quando è brutto l'onda è corta", detti dei marinai, mio padre lo diceva perchè se era tempo cattivo s'andava a pesce turchini verso Trieste, cioè sardoni grossi, la gheppa cioè l'aringa sotto sale, i sardoncini.
Se era tempo buono s'andava a sfogliara, io ne ho fatte tante! Era una rete per prendere le sfoglie con due pezzi de legno grossi così, con un ferro coi piombi che pesa e va sorro la sabbia. Il pesce ce rimane incastrato.
C'è la tratta che è la barca che a prua ha un ferro con un bastone lungo, che oscilla con la rete, e pia su un pò de nicò. La tratta è quella se pò buttà anche dalla sabbia.
La tartana è diversa, è lunga e il pesce va in mezzo e non esce più perchè la rete va nella bocca. Poi ce sò i pesci che se pia sa'l retin, se butta in acqua e s'allarga e il pesce rimane beccato.

CAPITOLO 14°
COPERTE E PROCESSIONI

Angela A. : Sò andata a uno sposalizio e non avevo il vestito, allora ho preso un vestito de mia sorella e uno mio, l'ho guastato e coi pezzi boni non me ce veniva un vestito intero, allora ho preso i calzetti de mio fratello e c'ho fatto il collo e l'ho cucito coi fili boni quassù sul collo. Nei saccoccini c'ho fatto i bottoncini con l'uncinetto del colore de 'sta maglia che c'ho oggi. Sopra l'ho fatto con una coperta che gli inglesi hanno lasciato a casa mia e l'ho tinto color ragano, era bello per davvero! Il velo l'ho preso da mia sorella quando s'è sposata! Parecchi i vestiti che li prendeva da amici!
ERSILIA : Io ho cucito tanto per me, perfino un telo misto canapa che ho ricamato punto dritto.
NELLA : No, io le compravo!
ADRIANA : Si, anche io!
ANGELA A.: Se comprava il filo, poi se tesseva, i lenzuoli e tutto il resto.

....Continua....

domenica 27 giugno 2010

Amarcord senigalliesi


di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

...quando i politici sono "vicini" solo fra di loro...

Era il 24 Maggio, quando sulla rubrica Diversamente Giovani, rivolgendomi all’assessore Memè, concludevo il mio articolo con: "...a differenza di altri suoi colleghi, seppur senza che sia mai intervenuto, mi ha fornito quella sensazione, a pelle, di maggior consapevolezza del ruolo che le è stato affidato. E voglia credermi, non è una sviolinata finale... sono uno che sa ammettere pubblicamente quando sbaglia!”. Non una sua parola in merito alle mie richieste.

Ecco che allora dopo un’attesa di 30 gg, mi sento obbligato nel dover pubblicamente ammettere di aver sbagliato il giudizio nei suoi confronti. Sarà anche "populismo" il mio, tanto è sempre questa la definizione dei politici quando li si accarezza contro pelo, ma il suo comportamento non differisce assolutamente da quello di molti dei suoi colleghi: altezzoso (o forse timido?? Voglio lasciargli questo alibi), distaccato, quasi superbo e privo di quel contatto umano con la cittadinanza utile a captarne esigenze e malumori, considerando poi, anche il suo noviziato in giunta, che invece lo dovrebbe relegare ad un pegno di umiltà.

Evidentemente ha ritenuto più importante rispondere al suo collega Romano in 24 ore, trascurando un cittadino che le chiedeva lumi. Dimostrazione che questa non è la città di tutti, ma la città per tutti...voi!

Il suo disinteresse non certo nei miei confronti, ma rispetto a quelli di un semplice uomo della strada, certamente non le fa onore: il mio chiedere è lecito, il suo rispondere dovrebbe invece rientrare nelle cortesie non solo istituzionali, ma della civile convivenza, alle quali, lei, ha preferito sfuggire, evitando con il silenzio, di assumersi impegni che o non sarebbe stato in grado di assolvere per i più svariati motivi o che sarebbero potuti risultati antipopolari ai più. Impeccabile quindi nel vestire, un pò meno quando “veste” quelli che il suo ruolo istituzionale dovrebbero imporgli. Ma questo è solo un giudizio strettamente personale di un uomo della strada, che non l’ha votato... neppure lo farà, ma che suo malgrado lo paga.

Domenica 20 giugno, leggendo la pagina locale di un quotidiano, rimanevo sorpreso dalle dichiarazioni di un altro assessore, Gennaro Campanile, il quale, con delle sue dichiarazioni, teneva a far conoscere alla cittadinanza di un suo personale intervento per spostare un vecchio televisore, che qualche ineducato imbecille aveva gettato nell’area del vecchio Palazzetto del Turismo, "arricchendo" così, e questo lo dico io, quel degrado in cui è lasciato quel luogo. Coglieva quindi l’occasione per sollecitare i cittadini senigalliesi a fare come aveva fatto lui, cioè a rimboccarsi le maniche e, invece di segnalare solo ed unicamente i piccoli problemi, a far si di risolverli con il loro diretto impegno.

Non so dove sia stato Campanile in questo ultimo periodo, ma gli è sfuggito, evidentemente, che una trentina di persone, tempo fa, si erano riunite in uno speciale gruppo apartitico ed apolitico denominato “Cittadinanza Fattiva” che per ben due volte, a loro spese, hanno ripulito i sottopassi di Via Perilli, prima e della Penna poi.

Il gruppo diCittadinanza FattivaChi scrive è stato uno dei facenti parte, nonchè organizzatore. Assenti, vedi il caso, erano invece gli amministratori. Salvo la seconda volta, perché l’intervento di pulitura si svolgeva sotto il periodo elettorale e dietro invito aderirono all’iniziativa, con contributo particolare, sia l’attuale Assessore Sig.ra Paci, che i Sigg. Consiglieri Mancini, Rebecchini e Marcantoni.

Se Campanile l’avesse ritenuta una cosa veramente utile, non solo ora che si trova in difficoltà e gli può quindi risultare comodo, non avrebbe dovuta farla morire lì, vi avrebbe magari anche partecipato facendo in modo che si evolvesse. Non può certo dire neppure che non c’era dal momento che lo stesso ha sempre fatto parte di quest’Amministrazione fin da quando portava, come si diceva una volta, i pantaloni corti.

Oggi, sembra invece scoprire l’acqua calda! Ma i tempi stanno mutando. I cittadini sono sempre più vessati da balzelli di ogni tipo e da parte di ogni amministrazione da quelle locali a quelle nazionali e si sentono sempre più lontani da chi crede di vincere le battaglie con i soli slogan come quello del suo “Adotta un Giardino”. Del resto il volontariato non lo si può imporre, ed i migliori interventi sono frutto di quelli che si celano dietro l’anonimato.

Quando ho suggerito di riproporre un altro intervento a quei trenta volontari, mi son sentito rispondere che era ora di presentarci si, nuovamente, ma questa volta come "Cittadinanza Cattiva". Se si offre il dito, non si può poi pretendere il braccio!

Meglio quindi, caro Campanile, non tirare troppo la corda. Risolvere i problemi fa parte dei vostri incarichi, ma quello che lei suggerisce è troppo semplicistico. Posso concordare con lei che siamo di fronte a degli imbecilli, sporcaccioni, incivili, ma anche questo è un problema che non va risolto certamente con le buone parole ed i buoni propositi dicendo che il Comune ce la mette tutta.

Che cosa fare allora? Compito vostro... la bicicletta che volevate vi è stata affidata, andare in discesa tutti son capaci, e lo so... inerpicarsi in salita solo i migliori ce la fanno, ma in qualità di Assessore anche allo Sport, mi insegna che le spinte del pubblico non sono regolari, al massimo può richiedere l’aiuto della squadra!

La scuola elementare Aldo MoroIl 21 giugno su queste pagine leggo un’interrogazione della Consigliere Simonetta Bucari, in cui propone, al suo collega di partito, l’Assessore alla cultura Stefano Schiavoni, di ottimizzare i servizi di sicurezza nelle scuole. Apprezzabile il suo suggerimento e assolutamente condivisibile.
Quello che mi sembra è però il fuori tempo, visto che se ne è parlato a Febbraio relativamente ai problemi che si sono avuti nella scuola Aldo Moro, e che in quell’occasione l’Assessore Ceresoni liquidò, (le parole precise ora non le ricordo) che non c’erano bisogno di speciali provvedimenti (sistemi di allarme), che i genitori dovevano fidarsi e stare tranquilli!

Poi invece sentite le ulteriori lamentele, dovute anche alla sua presa di posizione e l’avvicinarsi delle elezioni, l’Amministrazione mutò parere e venne così installato un sistema di allarme. Quindi, oggi per un dovere di rispetto nei confronti di Ceresoni, uomo di cordata anche in questa giunta, dovrebbe ricevere per risposta un NI.
Io le auspico e mi auspico, un SI deciso ed immediato, confidando nel fatto che questa volta a rispondere sarà l’assessore Schiavoni.

martedì 22 giugno 2010

Saggio di ginnastica ritmica della Uisp Senigallia: finale a sorpresa

di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

L'emozione di genitori, atlete e istruttrici... una bella serata offuscata in parte da un comunicato inatteso



Ginnastica ritmica UispSerena, Anna, Sharon, Arianna, Giulia, Nicole, Alessia, Eleonora, Alice, Martina, Chiara, Francesca... questi sono solo alcuni nomi dei tanti ripetuti nel corso della serata, ma tantissimi altri me ne sono sfuggiti perchè non sono riuscito nè memorizzarli nè tanto meno a fissarli sulla tastiera, tanta era la velocità ed il numero degli esercizi. Non me ne vogliano però le non nominate, tutte ugualmente presenti con la loro bravura e simpatia nella realizzazione di uno spettacolo irrealizzabile senza il loro apporto globale.

La serata, climaticamente parlando, era perfetta. La locazione dell’evento, vista la leggerezza degli attrezzi usati (almeno per i nastri e le palle) non era forse la scelta migliore, essendo a cielo aperto ed in riva al mare...non parliamo poi del posto riservato al pubblico...ma a caval donato non si guarda in bocca!

Il breve cenno di saluto e ringraziamento dell’infaticabile Presidente UISP, Enzo Tesei, conteneva anche l’annuncio di un distacco della Società dalla Federazione, a seguito di polemiche. Cose e decisioni fatte e prese dai “grandi” (ben s’intende, nel significato di adulti), ma le cui conseguenze ricadranno sulle “piccole” esordienti agoniste, perchè si è deciso di non partecipare più a gare federali. Un motivo certamente serio ci sarà stato, per simile presa di posizione, ma è anche vero che una cappa di gelo è scesa su di una serata che doveva essere allegra per tutte.

Se la decisione dovesse essere definitiva, immagino che comporterà la perdita di un “patrimonio” umano, atletico, costruito nel tempo e con una immensa fatica fatta di tanta pazienza. La società sportiva è fatta si di un logo, un indirizzo, uno statuto, ma soprattutto di persone che la tengono in piedi e che attraverso la loro passione, i loro sentimenti, le ore di sacrificio che hanno dedicato a questo loro impegno, li ha portati a giungere a quei traguardi prefissati. Ed oggi che vorrebbero proseguire in questo loro cammino si vedono tarpate le ali per beghe, come spesso avviene, di lana caprina.

Ma proprio per questo, voglio sperare che tutto, poi alla fine, rientrerà e sciolga la vena polemica, in cui sono caduto anche io con l’aggravante di non essere neppure un addetto ai lavori, ed il frutto del ripensamento sia la decisione intelligente del proseguire sulla strada dei successi fin qui conseguiti, con la partecipazione alle gare Federali.

L’entusiasmo, i rumori, le risate, le corse sulla pedana e fuori, gli esercizi di stretching, i peluche, le mamme indaffarate negli ultimi ritocchi al costumino o a quei capelli ribelli che non vogliono stare come vorrebbero, le istruttrici più emozionate delle loro allieve, i genitori con le macchine fotografice e telecamere puntate sul gioiello di famiglia...sono questi, del resto, i veri, migliori momenti che questi tipi di spettacoli offrono e rendono unici, indipendentemente da quali siano le società che scendono in campo. E’ questa una festa dei bambini, delle istruttrici, delle famiglie, di tutti coloro che si adoperano anche dietro le “scene”.

Qui, come del resto in tutte queste occasioni, i “corsi base” hanno l’attenzione accentrata su di loro per via della minuscola età delle partecipanti. Le loro istruttrici sono campionesse assolute nella specialità della “pazienza” e Silvia, nella serata, ne è stata la dimostrazione con tutto il suo impegno.

Per gustare un po’ più di quello che è invece tecnica e preparazione, bisogna soffermarsi sulle poche bambine, perchè questo sono ancora, ma che con il loro portamento diritto, una capriola, una contorsione, un salto, una spaccata, quasi aspirano e tacitamente esigono, l’appellativo di “atlete”, che le fa sentire più brave ed adulte..

Voglio sottolineare però, che dietro a simili promesse di “atlete di domani”, c’è sempre dietro una figura, che spesso atleta di valore lei stessa è stata e che in un silenzioso, modesto anonimato, plasma e costruisce questi corpiccini in una tecnica, in una perfezione, in una preparazione che non è solo atletica, ma psichica e comportamentale....quasi delle macchine perfette e computerizzate che non dovrebbero sbagliare mai.

Nella serata di cui parlo, la persona in questione è Rumyantseva Lyudmyla..Non conosco quale sia il termine esatto con cui classificarla: se Istruttrice, allenatrice, psicologa, coreografa, mamma, ma inutile sarebbe approfondire, perchè seppure non conoscendola, l’ho vista molto riservata, ma decantatissima dalla voce del popolo che mi circondava. E se è vero che come si dice...”voce di popolo...voce di Dio”, la signora essendo amatissima dalle sue allieve, aveva il plauso anche dei genitori.

Mi raccontano infatti, che la signora è di nazionalità Ucraina, nata a Grozny, ma non appena iniziò ad andare in palestra, venne mandata a Kiev nella scuola nazionale di formazione ritmica. E da qui il passo fu breve con la suo far parte della nazionale URSS (allora ancora la Russia era unificata) di Ginnastica Ritmica. Appesi gli attrezzi al chiodo ha iniziato la sua attività di allenatrice cosa che la porta in Canadà ad allenare questa nazionale per 2 anni.
Questo almeno quanto ho raccolto dalle voci del “si dice che”, le quali mi hanno indicato anche i nomi, questi del resto confermati anche dalla presentatrice della manifestazione, dei suoi “gioielli” locali, su cui la sig.ra Lyudmyla punta: Serena Lucilla e Alice Fabri, rispettivamente classificate al 1° e 3° posto nel corpo libero, ai recenti Campionati Nazionali di Ginnastica Ritmica svoltisi a Fano e Chiara Pierpaoli e Martina Appoloni rispettivamente nel corpo libero e palla, che hanno destato interesse e buoni piazzamenti. Del resto, oltre le loro qualità tecniche, sono le loro strutture fisiche che avallano positivamente le speranze della “maestra”.

Ma mi sono lasciato andare troppo con le note sportive, abbandonando quelle della simpatia. Le più importanti e sincere. I costumi da carica dei 101, si mescolano con quelli da Spagnole, i body sono di colori diversi che vanno dal nero all’azzurro ma che hanno tutti lo stesso marchio che li unifica: lustrini e paillettes. Gli esercizi hanno come basi di fondo, musiche che saltano dalla sigla di Zelig, passano per quella del conosciutissimo Can-Can, Tic-Toc, Crudelia, sfocciando in quella più applaudita de “Le mille bolle blù”. Non certo per onore a Mina, ma soprattutto per le attrici di questo numero che alla fine ci hanno anche regalato, in omaggio, una serie (tentata) di bolle di sapone.

Alle 23 la serata si chiudeva, perchè a quell’ora le bimbe, anche se “atlete” vanno a nanna.

lunedì 21 giugno 2010

"Il viadotto non c'è più..."







di Franco Giannini già pubblicato su 60019.it

"per la serie... un altro dei benefici della complanare!!!"

Provenendo dal Seminario, attraversando quello che ancora è il parcheggio dell’Ospedale, mi sono incamminato su via Cupetta. Dalle finestre delle abitazioni, aperte per l’afa, malgrado l’ora serale, arrivavano le voci provenienti dalle TV, in collegamento con i campi di calcio del Mondiale, dove indirettamente si giocavano le sorti di un italiano, emigrato di lusso, ma da buoni italiani, nell’eventualità di una sua vittoria, pronti a salire sul suo carro con le più disparate motivazioni.

E mentre superavo queste nuove abitazioni, mi chiedevo la reazione degli abitanti, in questa serata particolare che era quella dell’abbattimento del cavalcavia posto a qualche centinaia di metri da loro.
Avrebbero spento la TV fregandosene della partita di Capello? Avrebbero manifestato contro l’abbattimento con la loro presenza? Avrebbero dato manifesti segni di sofferenza?
E la sofferenza sarebbe stata causata dal comportamento di chi questo “trambusto” aveva creato o più semplicemente perchè era impossibile seguire la partita con la dovuta tranquillità.

Quando giungo sul posto, anche se in anticipo sui tempi prestabiliti all’inizio dei lavori, i responsabili del Comitato Versus Complanare: Anna Manoni e Francesca Angeletti.
Presente anche l’anima tecnica del Comitato:l’ing Stefano Bernardini.

Alle 21,15, come pure alle 21,30 il traffico scorre tranquillo sotto l’autostrada e solo alle 21,50 si iniziano a vedere i lampeggianti gialli dei mezzi di lavoro ed infine quelli azzurri della Polizia.
Due grossi mezzi meccanici si pongono ai vertici del viadotto quasi a fronteggiarsi come una sfida di quelle dei western all’italiana. Ed infatti è di una sfida all’italiana che si tratta e si conosce pure a priori chi soccomberà. Però forse chissà che nel tempo possa esserci una resurrezione e il rimorso di qualche vincitore per i danni, il dolore, procurati inutilmente e voglio augurarmi per loro, il tutto in buona fede.

Come si usa in alcune parti dell’Italia del sud, in presenza di un funerale, si preparano e si offrono dei rinfreschi ai partecipanti. La stessa cosa l’hanno voluta fare, in modo simpaticissimo, gli abitanti del rione, offrendo dolci e bevande a tutti coloro che con la loro presenza testimoniavano la loro solidarietà agli abitanti del quartiere.
Presenti, composti, silenziosi, i ragazzi del Mezza Canaja, che con il solo posizionamento di uno striscione di 5 metri, che chissà non siano riusciti ad incidere qualche coscienza o quantomeno a sollevare dubbi sul loro operato.

Prima dell’inizio dei lavori di smantellamento, una visita da parte del capo cantiere, ing. Moretti, che si presentato quasi a scusarsi per i disturbi che quello che andava ad accingersi a fare. Fin qui la cosa poteva risultare essere doverosa educata e perchè no, anche simpatica, ma quando parlando con l’ing. Stefano Bernardini, negava il non regolare transito su via Po di camion non in regola perchè privi di telonatura, l’inizio di lavori alle 5 del mattino anzi che le 7 ed affermava che il trattamento dell’amianto era sotto controllo, perchè gli era stato posto sopra una “copertina” e che si poteva star tranquilli... beh gli animi si sono un po’ più riscaldati anche se sempre contenuti in un binario di correttezza. Tranquilli..?? vedendo che molti degli operai e lo stesso ingegnere non indossavano caschi e cuffie all’interno del cantiere ed al momento dell’abbattimento (le foto ed i filmati parlano da soli), no, se permette, non dava sensazione di sicurezza !!!

L’incontro con l’ing. Moretti si concludeva con un saluto dal sapore classico dell’ottimismo laziale (a cui fa parte, almeno da quanto traspariva dal suo accento): “Il tempo ci darà ragione”. Frase che potrebbe essere valida, però, sia vista positivamente, ma anche negativamente.

Al primo colpo di perforatrice sul manto stradale del viadotto ho voluto rivolgere una stessa domanda sia alla Sig.ra Anna Manoni, che all’ing. Bernardini: “con questo abbattimento che inizia ora, qual’è il vostro stato d’animo? vi sentite un po’ sconfitti....?”
Anna mi risponde con un secco, immediato, orgoglioso: ”No, assolutamente no, non è una sconfitta anche perchè ancora non si può conoscere il perdente. Noi almeno fin ad oggi non abbiamo perduto la nostra Dignità... questo almeno noi!”
Anche l’ing Stefano Bernardini gli fa eco: ”No, neppure per me è una sconfitta, quel trapano è la sconfitta, eventualmente ce ne sia, di tutta la città e soprattutto di qualche persona in special modo. Eppoi non è dimostrato che la continua costruzione di strade porti ad una riduzione dei flussi, tutt’altro. Chi si sente attualmente nella parte di benefattore cittadino dovrebbe fornirci risposte come la fine che ha fatto la quota complanare a carico del comune, come quella della provincia e della regione. Le autorizzazioni non concesse o almeno non dimostrate”.

Mi permetto di chiedere allora che cosa ne pensa dell’assenza dei politici a questa “Notte in Bianco”.
“Che cosa vuole Giannini, la politica oggi è: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Hanno votato tutti per l’attuazione della Complanare e qualcuno per evitare di dire si, ma anche di schierarsi contro ha preferito uscire dall’aula in anticipo. Del resto quest’opposizione è una ruota di scorta della maggioranza. Gli stessi giochi della Quadrilatero si sono ripetuti qua.”

Dopo aver fatto la domanda sull’assenza di politici, ecco che compare prima il consigliere comunale Paolo Battisti e poi l’altro consigliere Roberto Mancini.
Va da sé che a Battisti chieda il significato della sua presenza e la risposta che ottengo è questa: ”Ritengo che sia un segno di responsabilità, anche se io essendo di fresca nomina non ho partecipato alle votazioni. Sulla bontà dell’opera... credo che altre strade portino solo altri problemi.”

Andandomene incontro l’altra eroina della Complanare: Francesca Angeletti. Il suo viso è abbattuto, è profondamente scoraggiata e non mi sento di rivolgerle la stessa domanda che avevo fatto ai suoi colleghi di sventura, anche perchè è lei stessa che mi dichiara che una parte della sua vita se ne è già andata con l’abbattimento della quercia prima e del viadotto oggi. Mai avrebbe pensato che una città, per “benefici sconosciuti” si sarebbe accanita contro i suoi ricordi d’infanzia.

L’unica cosa che sono stato capace di dirle è stata quella di dirle una frase che il giorno prima avevo sentito pronunciare da un altro uomo colpito nei suoi affetti più cari e profondi, Beppino Englaro: “Io e mia moglie ci siamo sentiti come dei randagi che abbaiavano alla luna!”. Loro sono riusciti a farsi sentire ed il loro sforzo non è stato vano.


mercoledì 16 giugno 2010

BEPPE ENGLARO : QUANDO IL DOLORE E' RACCHIUSO IN UNA SERENA DIGNITA'


di Franco Giannini già pubblicato su 60019

.....ovvero la sicurezza di aver fatto il possibile per assolvere il compito affidatogli da Eluana.

Reduce da una precedente conferenza in Ancona, arriva con qualche minuto di ritardo e subito si scusa, con quella sua pacata, abituale, distinta signorilità. Magro, vestito con eleganza sportiva, una giacca quasi bianca, ma stropicciata al “punto giusto”, denota la personalità di tutti coloro dotati di sicurezza.

La presentazione del libro era promossa dalla UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) che per bocca del suo rappresentante Dante Svarca, coglie l’occasione anche per rendere pubblico l’annuncio della prossima apertura di un loro circolo anche in Senigallia.

La parola quindi passa a Beppino Englaro, che con una sorprendente facilità di parola, senza una punta di emozione visto l’argomento trattato, senza un foglio che gli indicasse una scaletta, ci tiene con il fiato sospeso per oltre un’ora. Le uniche interruzioni che ha, sono quelle per un inumidimento delle labbra nel bicchiere di plastica davanti a lui, vista la calda serata.

Eluana, era lo Splendore della vita, e non lo dico per puro amore paterno, come farebbero tutti i genitori nei confronti del proprio figlio...ma perchè questo era veramente Eluana”, queste sono le prime parole del suo intervento.

La storia che ci illustra è risaputa, tutti i mezzi di comunicazione ne hanno parlato. La sera del 18 Gennaio del ’92, ritornava a casa con l’auto, la strada ghiacciata la tradì. Testa coda dell’auto, uno schianto, una battuta del capo ed ecco che inizia il calvario.

Ma beffarda era la sorte! Infatti chi seguiva la sua auto, era quella di un suo amico, che prontamente la soccorre e la porta al pronto soccorso ed è proprio questa immediatezza delle cure primarie, che le evita la morte fisica immediata, ma la consegna ad uno stato vegetativo definito in un primo momento “persistente” e successivamente “permanente” a cui lei mai e poi mai, avrebbe voluto appartenere.

Già fin dall’età di dieci anni, aveva sempre dimostrato la sua volontà, affinchè le sue idee venissero rispettate, ed è su questo rapporto di rispetto personale famigliare (mamma, papà e figlia) che si è sempre basata la loro famiglia. Eluana all’età di 18 anni avrebbe potuto andare a vivere da sola, ma rifiutò l’idea proprio perchè in famiglia non le era mai venuto a mancare questo basilare rispetto delle sue idee, per cui non ne sentì mai il bisogno.

Ed un giorno che un suo amico, Alessandro, ebbe un incidente simile al suo che le procurò gli stessi danni fisici nonchè le immagini di Leonardo David, lo sfortunato sciatore, anch’egli in quelle condizioni, espresse alla mamma le sue intenzioni, con un tassativo “a me mai”.

Quindi quando dopo le fatidiche 48 ore di attesa compresero che lo stato di Eluana non avrebbe avuto termine con una data precisa, ma sarebbe proseguito ad oltranza, fecero presente i loro voleri che poi erano quelli di Eluana.

Le migliori cure di questi casi, però, la Medicina, la riserva alla non morte. Non la mette a disposizione di quella che è invece sempre una persona.

Eluana si era considerata una cavia nei suoi studi sia superiori che universitari per il tipo di corso sperimentale che aveva scelto, figuriamoci che cosa avrebbe pensato del suo attuale stato di cui aveva quasi avuto un presagio.

Mai avremmo pensato - prosegue Beppino - che i medici avessero questo potere. La libertà personale è inviolabile e se un essere umano passa da una “situazione” ad un’ “altra” e se la volontà di intendere e di volere viene meno, i propri diritti restano. E per far si che tutto ciò si realizzasse come da espresso desiderio di Eluana, ci siamo trovati ad essere come dei randagi che abbaiavano alla luna”.

Beppino Englaro passa a parlare dei suoi rapporti con i medici e la Medicina, con il provvidenziale incontro con un medico della Consulta Bioetica che l’ha aiutato definitivamente nel suo percorso per definire se l’alimentazione e l’idratazione era terapia o mezzo di sopravvivenza. Si perchè c’è fame e sete se si ha una percezione di questo!!

E qui Englaro ci illustra l’istituzione di un gruppo di studio organizzato dal Prof. Veronesi, per definire se l’alimentazione era o meno una terapia, della richiesta da parte della Magistratura della nomina di un “curatore”, che affiancasse lui che come padre non era il miglior “tutore”, ci parla della solitudine in cui venne lasciato dagli organi di stampa, con la sola eccezione di Repubblica, ma il tutto senza rancore, astio alcuno. Con quella tranquillità che solo le persone con la coscienza più che tranquilla riescono a possedere.

La sua voce sale solo di un tono, quando parla degli uomini politici ed in principal modo del Presidente Regionale Lombardo Formigoni che l’ostacolò con ricorsi al TAR, perduti e riproposti.

Si pensi, 9 sentenze per un decreto e dopo un anno non sono riusciti a mettere in piedi una legge credibile. Questo per i nostri politici è solo un incidente di percorso.

Per Englaro, Eluana ha subito solo ed esclusivamente una violenza, mentre avrebbe avuto diritto ad un negato Rispetto. Di qui il suo libro "La Vita Senza Limiti ".

domenica 13 giugno 2010

LA SEDUTA AL CONSIGLIO COMUNALE "MINUTO PER MINUTO"


di Franco Giannini già pubblicato su 60019

...con i vantaggi e gli svantaggi che ne conseguono..."Il bello della diretta"...

I microfoni hanno funzionato quel poco, giusto per permettere al Presidente Monachesi di richiamare ai loro posti i consiglieri, per aprire la seduta con le solite parole di prassi, per dare la parola al consigliere Quagliarini, ma appena questo ha iniziato il suo intervento, hanno preferito “incrociare i fili” e scendere in un silenzioso blackout. Dopo il provvidenziale intervento degli addetti, durato 25 minuti, si è potuta riprendere regolarmente la seduta, e le uniche a restare al buio sono state le telecamere che assicuravano la ripresa video via web della seduta.

L’interrogazione di QUAGLIARINI era rivolta alla tutela ambientale, delle dune costiere del lungomare. Anche se precisava “...poco ormai c’è da salvare”.
Rispondeva CERESONI con un bel tema sull’ecologia, costruito su questi luoghi di ricchezza per l’habitat di specie protette. Si vedeva che voleva fare sfoggio della sua preparazione, da vero verde, elencandone anche le specie. Questo ci dava sicurezza e tranquillità quando assicurava che il Comune già si è attivato per incaricare degli Studi affinchè “mappino” questi territori, anche se poi l’impegno sarà quello di mantenerli puliti anche in futuro. E concludeva il suo intervento con “...Quello che lei chiede è già in corso d’opera”. La risposta di Quagliarini era: ”Mi ritengo molto soddisfatto.
Altra interrogazione veniva dal suo quasi “dirimpettaio” di scranno: PAZZANI con la richiesta di corsi di difesa personale per tutti, ma in principal modo per la Polizia Urbana.
Rispondeva il Sindaco MANGIALARDI, sottolineando che la città è sempre più sicura, come emerso dall’ultimo incontro con i rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine, avendo visto un netto calo dei reati. Quindi non si vede la necessità di corsi di difesa, ma semmai corsi di qualificazione per il personale impiegato in determinate attività di controllo. Del resto i privati possono avvalersi di palestre dove si fanno queste attività che comunque vanno viste più sotto l’aspetto sportivo che di prevenzione come difesa vera e propria.

CAMERUCCIO, con la sua interrogazione spostava l’attenzione sul degrado che regna attorno all’area del Palazzetto del Turismo, e chiedeva che il lavoro di pulizia, ora che gli uffici comunali sono stati spostati, continui ad essere attivata e se non più di competenza del comune a carico dell’attuale proprietario.

La risposta veniva per bocca di CAMPANILE che ringraziava Cameruccio per la segnalazione di questo degrado, ma che già qualche cosa era mutato, perchè pochi minuti prima della seduta era passato di lì ed alcuni elementi di disturbo visivo, come un televisore abbandonato, erano stati tolti. Che comunque di queste situazioni, se cerchiamo, ne troviamo più di una, ma dobbiamo considerare che gli uffici comunali si stanno attuando mettendocela tutta, con passione e senso di responsabilità. Le risorse sono limitate, ma quello che non manca è la buona volontà.

Intanto si sono fatte le 19,25 ed ecco che arriva e prende posto MARCANTONI .


GIACCHELLA illustra le polemiche sorte da parte di alcuni esercenti derivanti dal come è stata gestita l’organizzazione della gara ciclistica che ha richiamato in città oltre 700 atleti accompagnati dalle loro famiglie. Ma si è trattato di una polemica messa ancor più in risalto dagli organi d’informazione.

Risponde CAMPANILE che ringrazia Giacchella per l’incoraggiamento a proseguire in questo senso, considerando che questa per Senigallia è stata una settimana incredibile con X-Factor che ha dato la possibilità di sentire il nome della città pronunciato in continuazione su RAI2.


Giacchella ribatte con l’auspicio che si continui su questa strada.

Sembrava una serata che scivolava via tranquilla...ma invece era la quiete prima della tempesta.

PARADISI prende la parola e rivolgendosi a Mangialardi gli rammenta che lui (Paradisi) da uomo d’onore quale è, vuole dimostrargli che in merito al problema lodo SACRAMATI egli non disse mai menzogne e questa ne è la dimostrazione. Dice questo e mentre lo dice, si alza dal suo scranno chiede il permesso al Presidente e pone sul tavolo di fronte al banco della presidenza, gli incartamenti giudiziari relativi, a conferma di quanto da lui a suo tempo affermato. Incartamenti che mette a disposizione di tutti i consiglieri perchè ne prendano visione. E chiede che una volta che il Sindaco ne abbia preso visione e si sia reso conto dell’errore di valutazione in cui è caduto (sempre secondo Paradisi) gli debba fare le sue scuse.


La risposta di MANGIALARDI è quella che gli atti presentati sono solo parziali, che Paradisi è in quell’aula come Consigliere e non come avvocato e che non ritiene di chiedere scusa.

Paradisi continua con le sue accuse chiedendo al Sindaco dove sia quell’eccezione di cui parla ed ostinatamente continua a rivolgersi al Sindaco chiamandolo “Erborista Mangialardi”. Cosa questa che alla fine costringe il Presidente Monachesi ad invitarlo ad usare termini più corretti e meno offensivi.

Una cosa che mi ha infastidito, ed ho provato a riversarlo sulla mia persona con la denominazione “Pensionato Giannini” o “operaio X” o “infermiere Tale”...quasi che pensionato, operaio, infermiere ed in questo caso Erborista, dovessero risultare una velata offesa. Chissà se la cosa vale anche per i dottorati? Per me è stata una semplice mancanza di stile che ha offuscato l’importanza del tema che invece era stato fin lì sollevato. Eppoi, caro Paradisi, ahi, ahi ahi!! farsi riprendere dal Presidente Monachesi con un invito ad usare “termini più consoni” non le da un pò da riflettere...??!!


Superata questa “criticità”, MANGIALARDI cerca di “ricomporsi emotivamente” e su invito del Presidente del Consiglio, prende a parlare del primo punto dell’OdG: Il Patto di Stabilità con tutti i problemi che arreca ai comuni virtuosi a cui Senigallia fa parte, con l’invito a votare alla mozione per la presentazione ai parlamentari regionali affinchè si facciano carico di far sentire la loro voce a livello nazionale. Inoltre informa i presenti che quanto prima avrà un incontro con la PACI per studiare gli effetti di questa manovra governativa

Sono intanto giunte le ore 20 ed altro ritardatario, questa volta MARCELLINI, prende posto sullo scranno a lui riservato.

FIORE e RAMAZZOTTI chiedono di intervenire sul problema del patto di stabilità, cosa che viene a loro concessa. Non mi piace ripetermi e neppure sparare sulla Croce Rossa quindi basta solo dire che sono concordi con quanto detto dal Sindaco, come invece esprimono la loro contrarietà CAMERUCCIO e RIMINI, con la proposta di rinviare l’OdG fino a quando non si saprà con più precisione i dettami del DL, ma che messa così come illustrato da la sensazione più di una mossa politica antiberlusconiana.

Sono le 20,15 quando arriva e prende posto REBECCHINI. Dalla prossima volta, non ci ho pensato prima, prometto che segnerò anche chi esce anticipatamente...

Il rinvio non passa in quanto l’esito della votazione risulta il seguente: Votanti 31, Favorevoli 9, Contrari 22.
Si passa quindi al secondo punto dell’OdG che riguarda l’uso dei diserbanti. Tutti concordi ad usarli con estrema parsimonia, se non che REBECCHINI solleva ed accentra dei dubbi sull’uso delle parole “...casi eccezionali..” dicendo chi giudica l’eccezionalità ed in base a che cosa, per cui sarebbe meglio toglierle dalla frase.
MONACHESI a quel punto chiede se questa è una richiesta di emendamento. La risposta è positiva e la presentazione dell’emendamento viene consegnata alla Presidenza.
PERGOLESI a quel punto interviene dicendo che forse sarebbe più opportuno usare il termine “Concordata”.
REBECCHINI però non condivide o meglio condividerebbe se ci fosse un’ordinanza del Sindaco, perchè allora si avrebbe “un’ordinanza concordata”.
MONACHESI allora si rivolge nuovamente a Pergolesi chiedendogli se anche per lui si tratta di un emendamento e a risposta positiva segue lo stesso iter usato per la prima.
Intanto, in attesa della compilazione di questa secondo emendamento, Monachesi pensa bene di far votare il primo che passa con 11 voti favorevoli, 8 contrari su 19 votanti.A questo punto, Monachesi, giudica che essendo stato accettato il 1° emendamento decade il bisogno di votare il 2°.
Per la serie “ecco cos’è la burocrazia!”
PAZZANI a questo punto passa ad illustrare la sua idea di devolvere il Gettone di Presenza dei Consiglieri a favore della onlus “Aiuta un amico” di Samuele Alfonsi. La proposta viene respinta con la seguente votazione : Favorevoli 4, Contrari 21, 1 astenuto.
La seduta si è conclusa con le votazioni per l’assegnazione, a coloro che ancora ne mancavano, di un incarico anche se non particolarmente “prestigioso” .
Alle 21,30 il sciogliete le righe, ed il successivo formarsi dei capannelli sull’atrio e per le scale per i soliti commenti e le abituali critiche.

sabato 12 giugno 2010

PRESENTATO IL LIBRO DI LUCA MARTINELLI " L'ACQUA NON E' UNA MERCE"


di Franco Giannini già pubblicato su 60019
con la possibilità di ascolto del Podcast della serata su Popinga

...una persona "senz'acqua in bocca" sui costi pubblici del profitto privato.

Arrivando puntualmente alle 21 e trovando la Sala del Trono completamente vuota, sono ritornato sui miei passi, e devo dire anche con un certo avvilimento. Ho avuto l’impressione che l’argomento di discussione della serata, vista la mancanza di pubblico, interessasse a pochi. E devo anche confessare che sono rimasto un attimo a pensare se incamminarmi verso il cortile della Biblioteca Comunale, dove c’era un’altra interessantissima presentazione di un libro di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci dal titolo “Il Patto”, illustrante i retroscena di mafia e personaggi politici, o attendere ancora. Ho fatto la seconda scelta e non me ne sono assolutamente dispiaciuto, anche se così facendo qualche cosa di interessante me la sono ugualmente persa. Infatti in quel quarto d’ora di ritardo “accademico”, la sala si è riempita e devo dire, con soddisfazione, anche di visi di giovani. Giovane anche l’autore del libroL’Acqua è una merce - perchè è giusto e possibile arginare la privatizzazione”, Luca Martinelli, tra l’altro anche giornalista della rivista “Altreconomia”. Al suo fianco, nel ruolo di introduttore, il coordinatore regionale della campagna refenderaria sull’acqua come bene di tutti, Evasio Ciocci. Non mi dilungherò però sui contenuti dei due interventi, perchè chi veramente interessato al problema potrà risentirseli attraverso il servizio di podcast che Marco Scaloni di Popinga, senza dubbio molto più di un semplice blog, che anche questa volta ci ha messo a disposizione assicurando al lettore-ascoltatore la veridicità dell’effettivo “detto” rispetto a quello più personale del “riportato”. A mio avviso, ad esempio, ma è appunto una mia idea personale: Ciocci si è lasciato prendere un pò troppo la mano, anche se da parte mia ne ho condiviso punti e virgole, dall’entusiasmo di questa campagna refenderia, ma che martedì 8 giugno è sfociata alla fin fine in una “campagna bagnata” da una non troppo velata polemica politica. Condivisibile o non a seconda dell’orientamento politico. Più “professionale” e con dati inconfutabili, invece, la relazione di Luca Martinelli che ha parlato di tutto ciò che “galleggia” sul problema acqua, sulla sua privatizzazione. Ha fatto nomi di aziende, personaggi, comuni implicati. Quello che alla fine ha fatto emergere è stato il marciume che inquina le acque con la rincorsa esasperata, smodata, in bilico tra legalità e viceversa, con tracimazioni, alla ricerca a tutti i costi del profitto con il logico degenerare sempre in cattive amministrazioni di quello che è il bene pubblico per eccellenza. Del resto l’Acqua è vita e non un mezzo atto a speculazioni affaristico-politiche. Martinelli li ha chiamati, con molta eufemizzazione, i “falsi miti”, racchiudendo in essi i falsi contratti, i falsi appalti, le false lotte per ridurre gli sprechi, i falsi investimenti non fatti con denari di privati ma con quelli delle banche, spiegandone con approfondimenti e dati reali. Poi è stato il turno del pubblico invitato a fare domande, che un po’ intimidito da tanta professionale e coinvolgente oratoria, ma forse ancor più perchè composto in maggior parte di aderenti all’iniziativa, non avrebbe potuto che confermare, con l’ovvietà, quanto era stato detto fin lì. Ho condiviso il contenuto dell’intervento, come pubblico e non come consigliere comunale, di Roberto Mancini, ho compreso le sue rimostranze, e seppur concorde con lui sulla mancanza di risposte che l’Amministrazione ha fornito alle sue domande in precedenti Consigli, forse, ma anche qua esprimo un parere personale, non essendoci in sala le parti in causa presenti per ribattere, l’avrei rimandato ad una data e luogo più indicati. Mi è piaciuta maggiormente, infatti la risposta data da Martinelli ad una domanda del pubblico sul referendum aperto dall’ IDV, con diplomazia, con un non scendere in problemi politici, ma analizzando e valutando semplicemente la formula verbale del “loro” referendum e quello che potrebbe portare alla “causa comune” qualora i risultati ottenuti fin d’ora dovessero continuare. Una sua lavata di testa finale a tutti i partiti che hanno appoggiato ed appoggiano questa campagna referendaria, ma che poi alla fine sembrano rispondere alla privatizzazione con dei NI anzichè con dei NO decisi e concreti, per non parlare poi di certe trasmissioni televisive, che si dichiarano di sinistra, ma che alla fine “dimenticano” di pubblicizzare questa campagna referendaria sull’acqua bene di tutti, come invece il loro indirizzo politico li dovrebbe indurre a fare.

giovedì 10 giugno 2010

UN INVITO RIVOLTO A ..."TUTTI"...MA PROPRIO A TUTTI...

Foto di quello che da sabato non sarà più il cavalcavia di Via Cupetta

Ricevo e come tale pubblico:

COMITATO "VERSUS COMPLANARE.....E NON SOLO"

Mentre nel Centro Storico, sul Lungomare e in altri quartieri "più allineati e rispettosi" gli Amministratori si preoccupano di organizzare eventi di svago e di divertimento, a Borgo Coltellone e a Borgo Ribeca la festa è stata affidata a trivelle, escavatori, betoniere e autotreni il tutto con tanto di compiacenti autorizzazioni e deroghe comunali. Da queste parti la stagione turistica si è aperta alla grande con un ricco programma di perforazioni, sbancamenti, getti di calcestruzzo, polveri, rumori,vibrazioni.

DALLA "NOTTE BIANCA" ALLA NOTTE.....IN BIANCO !
Sabato 12 Giugno alle ore 21,00
verra demolito il cavalcavia di via Cupetta
I lavori si potrarranno fino alle ore 07,00
del mattino di Domenica 13 Giugno
Il divertimento è assicurato !


Si invitano i cittadini a partecipare numerosi a questa nuova puntata dello scempio in atto, munendosi di mascherine e di tappi auricoloari perchè l'inquinamento atmosferico ed acustico non è per niente sotto controllo, al contrario di quanto assicurano i nostri "attenti" amministratori

martedì 8 giugno 2010

VOLTI E NOMI DELLA SENIGALLIA CELEBRE MA MODESTA N° 5 : FRANCESCA MARIA GAMBELLI









di Franco Giannini, già pubblicato su 60019.it

Una senigalliese a New York : pendolare dell'arte....ma che pendolare !

Il mio primo incontro con Francesca Maria Gambelli
avviene al teatro “La Fenice” di Senigallia, durante la rappresentazione di Gennaio di “Forza Venite Gente”. Non certo casualmente! Il mio solito “gancio”, Luisanna Gresta, mi aveva riservato dei posti accanto a quelli di Francesca. Solo grazie al suo successivo intervento e le debite presentazioni ho conosciuto questa bellissima giovane che, con tutta sincerità, non conoscevo neppure per sentito dire.

Solo Luisanna né conosceva le immense capacità, la carriera fin qui fatta e quella che sicuramente saprà ulteriormente sviluppare, viste le sue doti e la sua ferrea caparbietà. Ed è per questo, che credo, me l’abbia voluta presentare.

Nell’attesa che il sipario si alzasse sul musical, abbiamo avuto il tempo di scambiare poche parole, ma sufficienti a farmi comprendere che avevo in mano un’ occasione da non perdere: il poter fare un’intervista, io "pseudo dilettante giornalaio", ad un personaggio dello spettacolo, che credo di poterlo dire senza timore di essere smentito, di caratura mondiale.
Una nuova “Figurina” quindi da incollare sull’album dei personaggi senigalliesi, spesso sottovalutati e dimenticati dalla loro terra di origine, ma che invece, evidentemente dotati, sono divenuti celebri, fuori dei propri confini concedendo così, immeritato lustro, alla loro città natale.
E’ da questo breve colloquio che è poi nato l’impegno di entrambi di proseguire questa che era stata una breve conoscenza con una copiosa corrispondenza, fatta anche di lunghe pause per i suoi impegni di lavoro che la portano a girare il mondo. Io con un’ immodesta velleità la voglio considerare una speciale tipo di intervista. Del resto è un’ambizione facilmente soddisfabile, perchè oggi con internet i confini sono stati abbattuti come pure i fusi orari e le distanze. E’ possibile fare interviste tra due interlocutori affacciati come dei dirimpettai sull’Oceano Atlantico. Il problema sta tutto nella disponibilità che offre il personaggio! Ma questo, da quello che si può dedurre, non è stato un mio problema.

Ma chi è e che cosa fa, dunque, questa Francesca Maria Gambelli? Intanto è una splendida ragazza senigalliese. Poi mi narra che nasce ballerina, non certo inteso come frase fatta, ma perché già all’età di tre anni prende a frequentare la scuola di danza classica di Paola Forlani a Fano. Ecco come ricorda, appunto, Francesca quei suoi primi anni di vita e di ballerina: ” … la passione del ballo e’ nata prima di me visto che da quello che racconta mia madre, ho iniziato a ballare nel calduccio del suo grembo...si figuri una volta uscita! Ballavo e cantavo continuamente sulla musica ascoltata dalle mie sorelle; I Beatles, Bee Gees, Supertramp, Simon and Garfunkel, ma il mio favorito era Renato Zero, sulla cui musica mi scatenavo mentre indossavo il mio pannolone e i cui testi interpretavo con gli unici suoni che sapevo creare cioe’ "U A U A". Insomma nasce ballerina e nel contempo "sorcina".
A otto anni, incontra alla palestra “Nirvana”, forse la prima cattedrale della danza senigalliese, un’altra sua estimatrice nella persona di Luisanna Gresta che le fa scoprire quello che sarà il suo vero amore: la danza. La sua timidezza e l’emozione di bambina ancora acerba, seppure iscritta al corso di ballerini adulti di livello intermedio, al suo primo saggio di fine anno, la blocca talmente che decide di non parteciparvi. Solo due anni, il tempo per sciogliere questa timidezza, ed ecco che la sua prima esibizione le fa assaporare quella polvere magica che è quella delle tavole del palcoscenico che come droga entrano nei polmoni dei veri artisti.
E da questo momento comprende quale sarà la sua futura strada da intraprendere. Iniziano gli Stage con Steve La Chance, Silvio Oddi e Andre’ de La Roche che la prende sotto la sua ala e la segue nel suo processo di crescita tecnica e fisica ottenendone una ballerina professionista.
Quel periodo viene rievocato così da Francesca Maria: ”A 15 anni Andre’ mi scelse con altre ragazze del suo corso per presentarci a Roma ad una audizione organizzata da Franco Miseria di cui ero una grande fan. Appena quindicenne.....a Roma..... tra le famose ballerine professioniste della tv......un’esperienza incredibile. Fui l’unica ragazza del corso di Andre’ De La Roche ad essere scelta per il lavoro”.
Continua a raccontarmi dei suoi progressi con maestri americani e della sua ulteriore necessità di perfezionarsi per fare quel balzo di qualità che si sentiva di dover e poter fare. Non sto ad indicare nomi che si potranno trovare poi a fine articolo, sui link di corredo e che consiglio non perdere e visitare.
Era intanto arrivata al termine anche dei suoi studi con il conseguimento del diploma di Liceo Linguistico, quando: ”... un mio caro amico ballerino e concittadino (Gabriele Guma) - rievoca con emozione - si trasferì in America per perfezionare la sua tecnica nel ballo e nella musica, essendo lui anche un bravissimo chitarrista. Gabriele mi scriveva lunghe lettere da New York ripetendo in continuazione: "Questo è il posto per te!".
Quasi un presentimento avverato, tanto le è rimasto vivo quel giorno, che così me lo decrive: ”diversi anni passati sopra i libri e sui banchi scolastici a sognare ad occhi aperti di ballare sui grandi palchi e finalmente il 7 luglio del 1997 il mio tanto atteso futuro iniziava. Finiti gli orali di maturita’ linguistica, avvicinandomi al portone d’uscita della scuola, vedevo la brillante luce dell’esterno che mi chiamava dicendomi: "benvenuta all’inizio del tuo futuro!". La sensazione e’ stata meravigliosa perche’ sapevo di poter finalmente aprire le mie ali e volare verso il raggiungimento dei miei sogni ed e’ stato cosi’ che due mesi dopo,con il cuore pieno di passione, sono salita su quel volo per New York! Quanta emozione, quanta curiosita’...quanta voglia d’imparare e crescere. Ogni giorno era una sorpresa diversa,una avventura nuova e stimolante verso questo mio meraviglioso sogno di ballare. E poi, a mia grandissima sorpresa i tanti complimenti dai miei insegnanti e i primi lavori! La felicita’ sprizzava da tutti i miei pori! Mi ricordo ancora di aver fotografato il mio primo assegno ricevuto per uno dei miei lavori! Quante le soddisfazioni ricevute ballando con grandissimi artisti e coreografi il cui lavoro ammiravo fin da bambina!! Ballare al Metropolitan Opera House, al Radio City Music Hall, al Madison Square Garden vedendo seduti tra il pubblico Madonna, Prince, grandi attori e personaggi della musica mondiale...sono sensazioni che non si possono spiegare a parole... ma forse con passi di danza!”.
Ormai Francesca Maria ha preso a “librarsi in volo” e sta raccogliendo i frutti dei suoi sudati studi di danzatrice.
Sua Maesta’ Lalla Salma, regina del Marocco, l’ha richiesta come insegnante di danza personale. Ed è infatti in occasione di questa ambiziosa possibilità di lavoro che le si offre un’ ulteriore opportunità d’intraprendere una nuova esperienza artistica, attraverso un demo registrato proprio in uno studio di Rabat (Marocco), con l’ immediata e successiva apertura delle porte in campo musicale. Sono arrivate poi anche quelle persone giuste che hanno creduto nel suo talento artistico e l’hanno guidata verso la creazione di un suo "suono"ed "immagine" di cantante/ballerina. E neppure sono trascorsi due anni che nasce la sua prima canzone "Money Shake" che viene lanciata su "HOT 97", la radio piu’ famosa di New York. Eppoi ancora recensioni sui giornali e servizi televisivi, in particolate quello sul canale televisivo americano BET che ha considerato la danza abbinata alla canzone "Money Shake" (coreografa la stessa Francesca Maria) uno dei balli piu’ in voga al momento. A questo ha fatto seguito le prime offerte delle case discografiche americane tra cui la "Jive", interessate a portare "Money Shake" ufficialmente sul mercato.

Ma la sua carriera non termina qui, questa è solo la prima parte di un percorso che una ragazzina, oggi adulta, ha tramutato da sogno in realtà, senza l’aiuto di quella bacchetta magica presente solo nelle favole, usando quella forza di volontà che solo pochi però possiedono.
A chiusura di una intervista la domanda solitamente è:”Quali i prossimi impegni?” immediata è la sua risposta: ”Ora, oltre ad insegnare danza e a lavorare sul nuovo materiale musicale scritto da me, mi sto preparando a girare un reality (non come in Italia. Forse piu’ un documentario) sulla mia musica e danza.
Ah, ecco quello che dimenticavo di chiedere...”Sempre tutto bene o anche lei ha dovuto superare qualche rimpianto, delusione, insomma piccoli rospi mal digeriti...?” E qui una risposta coraggiosa ma dal sapore amaro, che non mi attendevo e che mi spiazza anche perchè qualche cosa di simile lo avrei dovuto e voluto dire io: ”Certo non faccio quello che faccio per essere idolatrata dalla mia città, ma un minimo riconoscimento, con tutta sincerità, ho spesso pensato che forse me lo sarei meritato!
Articoli su di me sono usciti sulla stampa, mi sono esibita nel dicembre del 2008 nel programma Rai in occasione di Telethon ballando e cantando due miei pezzi, ma malgrado tutto ciò, mai nessuno mi ha contattata. Solamente l’On. Orciari, qualche tempo fa, ebbe a contattatare mio padre per farmi i complimenti e per incitarmi a continuare sul cammino che avevo intrapreso.
Sarei stata oltremodo orgogliosa di ricevere un invito di partecipazione a spettacoli o manifestazioni nella mia città. Desiderio mio e di tanti altri artisti Senigalliesi di grandissimo talento che lavorano lontano dalle loro case e famiglie.
Purtroppo in Italia funziona cosi’ e lei lo sa bene.
Ad ogni modo io faccio quello che faccio non per il raggiungimento della fama ma per puro amore e passione verso queste arti, perchè è risaputo, che un’artista si sente appagata solamente quando quello che comunica viene recepito ed apprezzato dal pubblico...non esiste "pagamento" migliore!
”.
Forse, sarà qua a Senigallia nel periodo estivo, non per partecipare a qualche spettacolo, ma per godersi qualche giornata di riposo e di ritorno in famiglia, del resto è un pò il richiamo delle sue origini che esige questo!

Qui alcuni altri suoi video:

http://www.youtube.com/watch?v=ehwJLpPrNhg
http://www.youtube.com/watch?v=SKJK79oXbV0
http://www.youtube.com/watch?v=GFkosqd6KII&feature=related

domenica 6 giugno 2010

GLI OSPITI DELLA CASA PROTETTA.....


....Continua....

Capitolo 9°

LA BICIUCCA DAL SOLDO

ERSILIA : C'erano le barriere, cioè la dogana. Mio padre è partito per la Seconda Guerra Mondiale. Quando stava in mare c'era il corpo guastatori che tirava le bombe.
AURORA : Li chiamavano "I Maiali" che erano bombe che scoppiavano sotto le navi!
ERSILIA : I nostri si sono difesi ad oltranza!
AURORA : Mio marito è morto in guerra.
ERSILIA : A novembre si pagava il dazio quando si faceva la vendemmia, si pagava per vendere il vino.
AURORA : Anche quando s'ammazzava il maiale, se faceva la bolletta poi si pagava 'na tassa che era il dazio. Solo per il maiale, altre bestie non c'erano.
SANTINA : Anche io la pagavo per il maiale, altre bestie non le avevo.
AURORA : Se pagava anche la "piazza", per vendere i polli e i tacchini. C'era la "biciucca dal soldo" che voleva i soldi per poter vendere, dovevi pagarle il posto, quella volta c'era le lire!
ARNALDA : Si, si! Si pagava se vendevi qualcosa, ma n'el so 'sti soldi dove andavano! Quando se ammazzavano i maiali mamma e babbo pagavano il dazio.
ORNELLA : A Senigallia a Porta Pia, Porta Ancona e Porta Fano pagavi i dazi. Quella volta usava così, per entrare in città e per andare fuori perchè in città non c'era "da magnà" e pagavi anche quando entravi. Ce n'era uno a Porta Lambertina, quella a piedi del corso, quando passi il fiume, che prendeva il dazio e 'na mattina lì sotto c'era 'na cagata grossa così; quello l'ha schiacciata col fucile e ha detto "muori cagata matta!". Ero 'na fiola e ancora m'arcordo!
A Senigallia è venuti i fascisti, c'era Mussolini, poi è venuti i socialisti.
AURORA : Poi i partigiani!
ORNELLA : I fascisti ce facevano mette le bandiere bianche rosse e verdi fuori dalle finestre, non te davano i soldi, era 'na stupidata dei partiti. "Fuori le bandiere" gridavano!
AURORA : Le ragazze si vestivano da balilla.
ERSILIA : Il berretto era il Fez col pon pon che veniva giù sulla faccia. A mio fratello gli ho fatto il pon pon col calzetto, poi dipendeva dall'età.
ORNELLA : (ndr: recita una filastrocca)
"Il 15 d'agosto
sul far della mattina
usciva Matteotti
dalla sua palazzina.
Gli scellerati erano in tre
l'hanno ammazzato
senza un perchè!"
Io ero 'na fiola, ero piccolina quando l'hanno ammazzato, i vecchi nostri ce lo raccontavano.
ERSILIA : Non ce se credeva che l'avevano ammazzato, Matteotti era pronto per portare le sue ragioni in Parlamento. Io leggevo 'st'articolo senza capire niente: Mussolini aveva voluto i testicoli di Matteotti come conferma che fosse morto, io non sapevo cosa fossero i testicoli e lo chiedevo a mia madre.
AURORA : C'erano i partigiani 'na volta, si nascondevano nel bosco. A Serra Sant'Abbondio una volta un fascista si è buttato in mezzo alla strada con la mitraglia e ha iniziato a sparare a c aso per ammazzare i partigiani nascosti nel bosco. La madre di uno di questi partigiani, che i fascisti gli avevano ammazzato il figlio, voleva sapere dove l'avevano seppellito ma non gliel'hanno mai detto.
BRUNA : Io non lo so che cosa è il dazio perchè avevo un'osteria sotto casa e compravamo lì per cui non ho mai chiesto come arrivava da mangiare. Compravamo e basta.
ANGELA M: Della guerra lo sappiamo. Mio marito è andato in Lussemburgo, mi pare, ha fatto 4 anni di guerra, era in marina, m'ha lasciato con 2 figli e il negozio. Quando è tornato ha portato i soldi e stavamo meglio.
Una sera con gli altri marinai han' fatto una cena su in montagna e si sono "acciuccati", cioè se dormiva perchè avevano bevuto troppo. Il comandante li cercava, li chiamava, poi quando si son svegliati hann' detto: "Mamma mia!". Il capitano li ha mandati via e gli ha detto:" Per voi la guerra è finita!". Quando è tornato e l'ho visto arrivare, mi sono spaventata e gli ho chiesto: "Che ci fai qui?".
Mi ricordo anche i cantastorie. Facevano la loro cantata, chi in napoletano, chi in italiano. Quando era in napoletano era bellissimo. C'erano le ragazze che andavano in piazzetta, poi allora c'era miseria e noi lavoravamo come ortolani e vedevamo 'ste ragazze, gli davamo qualcosa.
Capitolo 10°

LA TRADIZIONE DELLA PRIMA NOTTE
MICHELINA : La suocera andava il giorno dopo la prima notte e chiedeva al figlio :" Come l'hai trovata?"
STELLA: A me mia suocera mi voleva bene come a una figlia.
DINA P : Una mia parente ha preso un marito della bassa Italia e lo sposo doveva scrivere una lettera di ringraziamento ai genitori di lei che aveva trovato la sposa come si deve.
MICHELINA : Mica è come adesso!!
TERESINA : A casa nostra se gli sposi non mettevano fuori il lenzuolo voleva dire che la sposa era incinta.

Capitolo 11°
CANZONI E FILASTROCCHE POPOLARI

DINA P : Durante la guerra si diceva:
"l'armata se ne va, se non partissi anch'io sarebbe una viltà..."
UMBERTO :
"...Ma non ti lascio sola,
ti lascio un figlio ancor..."
ERSILIA :
"...E sarà quello che ti consola: il figlio dell'amor."
UMBERTO : Questa canzona la cantavano i soldatini che andavano in guerra!
MICHELINA : Questa è un'altra:
"Mammina mi ha fatto e tata mi vuol vendere, mi vuole dare un vecchio e che faremo a letto!"
FAUSTINA : Anche io ne ho una:
"Io sono l'inglesina tradita e vo girando
il mondo cercando il traditor,
dei monti non ho paura,
i mari e i laghi son pericolo della vita,
ma almeno lo troverò.
Ragazze care e belle che avete il vostro
amor non vi fidate,
tanto son tutti traditor.
Sentite l'inglesina, specchio di verità,
ella è rimasta sola per troppa bontà."
ORNELLA : Senti questa:
"Lunedì è lundì d'or Martedì Sant'Isidor Mercoledì è Sant Clement Giovedì non le poss dà nient (ndr: il venerdì lo salta...sconosciuto il motivo!) Sabat a qualunq'ora se Dumennica non t'ho pagat Lunedì cominciam d'accap".
FAUSTINA : Me ne è venuta in mente un'altra:
"Un'ora di notte al cimitero
vedo una bella,
il mio cuore si aprì e dissi "oh, cara!",
le dissi "oh, bella",
le chiesi amor, lei rispose
""mio bel giovanotto
solo a lei io parlo così,
queste son le promesse del mio primo
amor che io le feci prima di morir".
Ripassa un giorno, giovane e snella lui la
rivide ancor,
ma sotto le ombre lei si sparì."
....Continua....

venerdì 4 giugno 2010

AL SAGGIO DELLA POLISPORTIVA SENIGALLIA....



FOTO di
efFeGi































di Franco Giannini, già pubblicato su 60019

...un assaggio della crescita qualitativa delle ginnaste di ritmica ed aerobica nella serata al Pala-Panzini

Entro al Pala-Panzini e chi ti incontro per primo? ma “Lei”, che, con una sua collega, sta combattendo con una transenna che non si vuole agganciare, come invece vorrebbe a protezione di tutte quelle sue marmocchiette che le girano attorno. Non solo istruttrice, organizzatrice, speaker della serata, ma anche persona di fatica...e che fatica, vero Elena? Si perchèil fardello sulle spalle, piccole in verità, vista la mole di lavoro svolto per preparare tutto, pesa ed ha pesato principalmente proprio su questo corpo minuto da “atleta” che è anche stata: Elena Montesi.

Era d’obbligo renderle immediatamente il riconoscimento che merita, perchè la serata non è ancora iniziata, ma già dall’affluenza del pubblico che ha occupato tutte le gradinate centrali, sta ad indicare quanto positivamente ha lavorato almeno in fatto di motivazione, nei confronti delle famiglie spettatrici e nel contempo comprimarie. Preludio anche per quello che sarà lo spettacolo che andrà ad offrirci. La serata è “calda”, le “atlete frugoline” sgambettano sul parquet, le più grandicelle, con alle spalle anche delle gare, prendono sul serio la serata e fanno stretching allungandosi in spaccate, mentre le più “signorinelle” ormai “veterane” del parquet, curano più la loro immagine, il costumino, pubblicizzandoli passeggiando a ridosso del pubblico, lungo le transenne, simili a modelle, con le gambe tese e il piedino di appoggio sempre sulle dita, dimentiche quasi della pianta e del tallone, fornendo la sensazione di una fragilità in realtà sconosciuta. Le più piccoline di queste atlete in erba, meglio sarebbe chiamarle “mignon di simpatia”, non pagano di certo il biglietto d’ingresso, perchè difficilmente raggiungono il metro di altezza... ed a pensare che calcano quello spazio che usualmente viene occupato dai giganti del Basket, molto più atleti di loro, molto più grandi, lodevoli nelle loro prestazioni atletiche, ancor maggiormente quest’anno, ma che a livello di grazia e simpatia, sono destinati ad essere inesorabilmente battuti.


Questa sera, l’attenzione è postata tutta su di loro, accentrata su quei costumi multicolori e pieni di lustrini e pailletes: verdi, gialli, rossi, turchesi, rosa (le più piccole), bianco e nere (le più grandi...ma è un semplice eufemismo vista l’occasione). Intanto la gradinata centrale è piena di genitori entusiasti a prescindere e ragionevolmente emozionati ed orgogliosi. I flash dei telefonini si sprecano. Continuo è il saliscendi sulle scale delle gradinate per occupare un posto di privilegio sulle transenne per un veloce scatto fotografico o una breve ripresa con la telecamerina per fissare quell’attimo che chissà quando si ripresenterà!

Ma è ora di fare silenzio! La voce, che vorrebbe essere imperiosa, di Elena si alza di qualche tonalità e richiama tutti al centro campo... Sembra che ce la faccia... La confusione scema, il suo posto viene occupato da un acuto pigolio....e poi il silenzio... tutti al centro per la foto di rito, signori si comincia!


Le prime a rompere il ghiaccio è il quartetto composto dalle bianconere... giusto che sia così visto che sono tra quelle più grandicelle.
Ma sarà meglio spiegare, per non essere fraintesi sull’età, che esse variano dai 3 anni delle più piccole... no non ho sbagliato a scrivere, mi ripeto: tre anni, per terminare con le più anziane che raggiungono anche i 14... a cui andrebbe quasi gridato: “...largo alle giovani...” Unitamente ai genitori, in questa kermesse di emozione, entusiasmo e preoccupazione si sono calate anche le insegnanti... maestrine deamicisiane in questo caso, non dalla penna, ma dalle maglie rosse. Ognuna ha il suo gruppo, i suoi colori che le girano attorno con gli occhioni puntati su queste che da bordo campo suggeriscono tempi e figure.

Doveroso far conoscere i loro nomi.
Lucia Gasparini – Aerobica – completo nero: ragazze dagli 11 ai 14 anni;
Francesca Pierluca – body Giallo: ragazzine dai 6 – 7 anni;
Chiara Durazzi – body Rosso: ragazzine di 8 – 9 anni;
Beatrice Olivieri – body rosa: ragazzine “mignon” dai 3 – 6 anni e con body Verde dai 6 – 7 anni; ed infine Giulia Marinelli con le sue atlete di 8 – 10 anni del III° livello di Marzocca e di I° e II° fascia di Senigallia.

A centralizzare l’attenzione dei presenti sul loro numero sono otto ragazze, reduci dall’essere salite alla ribalta nazionale, prima volta nella storia senigalliese, con la conquista del terzo posto nella specialità aerobica a squadre, grazie anche agli insegnamenti ricevuti dalla loro istruttrice Lucia Gasparini, che si esibiscono per l’appunto in suddetta specialità. Non cè tempo di assaporare un intervento che ecco che subito un altro si sovrappone, cambia solo il colore del body, rimane invariata la simpatia e la bravura. Ed ecco le più piccole...in rosa ...l’unico loro problema è il come trascinarsi dietro quel bagaglio di cerchi, più alti di loro. Qui il lato concentrazione non esiste, va a farsi benedire, si divertono e basta. E ridono, ridono...questo è il vero volto dell’incoscienza e del vero dilettantismo...c’è da chiedersi solo fin quando durerà...per loro c’è l’applauso più grande.

Ma ormai siamo a metà spettacolo ed è giunta l’ora delle atlete vere, agoniste della II° Fascia di quelle che facevano stretching quasi con aria professionale o quanto meno convinte delle loro qualità: guidate dalla loro Coreografa Daniela Mariani si cimentano in entusiastiche esibizioni:
Fabri Martina in in body giallo-blù nell’esercizio prima a corpo libero e poi con la fune.
Poi Casucci Martina in body viola, con il cerchio ed in fine Fabini Margherita in body Fuxia, anch’essa al corpo libero.

Siamo quasi arrivati alla fine del saggio, qualche attore, vista l’età, comincia a dare segni di stanchezza, ma una carezza della mamma un incitamento della maestra, ci si appresta alla rappresentazione finale, che impegna tutti i gruppi, in quello che è il tema: gli Elementi ed il loro habitat: Terra, Aria, Acqua e Fuoco.

Ecco che allora compaiono i body Gialli che rappresentano l’invenzione della ruota, quelli rossi che altro non sono che l’uomo primitivo, i rosa che interpretano i dinosauri ed i verdi le scimmie.

E poi non posso tralasciare le “cavernicole” nei loro costumini in finta pelle leopardata, con tanto di osso fissato tra i capelli, che mi sono state per due ore nel gradone sotto il mio, fornendomi quel necessario ed ispirante sottofondo musicale fatto di genuine risatine, che mi ha aiutato a scrivere questo resoconto.


Uno spettacolo “sano e genuino”, che senza voler offendere nessuno, oserei dire DOC, il cui maggior grazie, va si alla Società Polisportiva di Senigallia ed a tutti i suoi collaboratori di ordine e grado, ma va anche alle famiglie per la loro reale compartecipazione e soprattutto alle signore che si sono prestate alla elaborazione dei body e delle magliette confezionate in casa con l’inserimento di bolli argentati e dorati, applicati uno a uno e non solo, che visti i tempi che corriamo sono serviti ad un reale contenimento delle spese.

Il saluto finale di Elena è stata quasi una promessa: Arrivederci a Settembre".