lunedì 29 settembre 2008

PERSONE E LUOGHI




di Dario Petrolati




Credevo fosse quasi gioco, serio, per grandi e piccini, sveltire la mente ed anche elasticizzare il flusso del sangue, che, magari correndo più svelto, contribuisce ad invecchiare più tardi-capire a bocca chiusa anche tutto ciò che pare intorno con un significato, un senso .
Invece dei cruciverba e delle letture offerte in ogni luogo, non si vende più solo in libreria, questo comunicare a distanza anche con chi non si è mai visto aiuta ad illuderci che siamo meno soli, che magari abbiamo amici che non supponevamo esistessero.
La descrizione di un luogo, un' espressione improvvisa, immagini e sensazioni, ecco allora che si apre una porta di un posto ove tenevamo custoditi i nostri ricordi quasi dimenticati e solo nostri.
Succede di credere e vedere, sentire, come se le distanze quasi non esistessero più, sia quelle temporali che logistiche, apriamo spesso confidenze e sfoghi con chi non abbiamo davanti, si ha quasi la sensazione che non esista tradimento, solo collaborazione aiuto anche se non espressamente richiesto o dovuto.
Quando ci si lascia andare nel senso ottimale della parola può accadere che magari qualcuno ti richiami all' ordine, arrivano frasi che oltre a stupire feriscono e fanno pensare che qualcosa o qualcuno era altro di ciò che si credeva.
Possono arrivare espressioni che all' improvviso ci riportano ad una realtà che fa saltare in aria tutto un pensiero lungo e sincero, chè dall' altra parte magari ti dicono : " ma chi sei, io non ti conosco, sveglia ragazzo", non credere, questo che leggi e ti fa pensare di conseguenza è solo virtuale, la realtà è sulla strada, esci di casa, spegni la radio e la televisione, chiudi la pagina del giornale, spegni il personal e domanda ascolta la voce di chi là fuori magari aspetta una parola pronunciata a viva voce o deve dirti qualcosa che non sai.
Rallenta quello che credevi fosse il giusto modo di affrontare la vita, cammina e pensa a quello che vedi sui marciapiedi vicino a casa, in piazza, sentirai allora dentro nel tuo profondo qualcosa o molto che avevi trascurato o peggio, dimenticato.
Giochi seri come quelli che per caso feci un anno o due fa.
Nel mio blog http://www.dariopetrolati.it/ scrissi dei giochi di bambini giù a Senigallia,
sotto la Rotonda, erano bimbi che giocavano e litigavano sulla sabbia con le palline
http://www.dariopetrolati.it/?q=node/953
Tempo fa mi arrivò, dopo oltre 30 anni, una mail che tra i tanti quesiti, oltre ad identificarsi, mi chiedeva tante domande dure e tristissime vagamente cosa facevo ed altre intime.
Eppoi non posso ancora proseguire su quanto mi chiese e di cosa per opportuno rispetto, solo che dopo tanti anni ricevere quasi una invocazione così come se ci si fosse visti per l'ultima volta solo il giono prima.
Giorni or sono invece mi arrivò una voce che dal 68 a Milano non avevo più udito.
Leggendo sul mio blog "Chi l'ha visto ?" http://www.dariopetrolati.it/?q=node/301, ho ritrovato Dante Venier di Spilimbergo, fu un'amico nel campo dell' editoria al quale debbo culturalmente molto e che dopo indagini vane durate anni ed anni, così per fortuna quasi incredibile ci siamo ritrovati anche se fisicamente più vecchi.
Non voglio parlare di minatorie anonime giuntemi chè poi oltre a non avere senso, si sono spente nel tempo.
Quanto sino ad ora espresso per significare anche che sulla rete "girano" in tanti forse troppi, allora un poco di cautela da chi è in buona fede, da parte delle persona per bene, non è mai troppa.
Velocizzare le comunicazioni, i sentimenti ed i nostri piccoli segreti di amici, diciamoceli a voce come sempre e se si è lontani c' è sempre la carta ed un francobollo, è solo questione di tempo, null' altro.

venerdì 26 settembre 2008

VEDUTE DALLA PUNTA DEL MOLO……







di Franco Giannini

Nuvole scure, sollecitate da “educate raffiche” di vento si alternano a squarci di sereno di un azzurro intenso con flash di raggi di sole, che se non danno un calore all’ ambiente, quanto meno te lo fanno sentire interiormente. Insomma un pomeriggio che ti fa sentire un po’ più “ben disposto” verso tutto e verso tutti. La giornata ideale per fare quattro passi alla “Punta del Molo”.
Superato il lugubre sottopasso pieno di graffiti e non solo, sbuco vicino il molo, dove d’avanti alla “Capitaneria”, oltre il Misa, quattro operai stanno lavorando alla chiusura della vecchia imboccatura che dal fiume introduceva al porto peschereccio.
Oggi non è più così, il porto non si chiama più “porto canale”, bensì, più pomposamente “Porto Turistico”. Un angolo verrà riservato alla decina di vongolare, alle due o tre barche da pesca e ad uno sparuto numero di barchini, gli ultimi eroi dei pescatori senigalliesi. Sullo sfondo di questo scenario, a sinistra i ruderi del vecchio Cantiere Navale, al centro, lo snello emblema, di una “Senigallia industriale”, saettante verso il cielo, la ciminiera della ex-Italcementi e per finire, più a sinistra l’ immagine dell’ opulenza, di quel turismo che in molti auspicano, ma che tarda ad arrivare se mai arriverà: le barche da diporto il cui maggior valore si identifica con un maggior anonimato del proprietario. Sullo sfondo degli alberi oscillanti delle barche a vela ormeggiate, si intravedono le cinque carcasse degli scafi arrugginiti di un’ incompiuta commessa di pescherecci per il terzo mondo, che un fallimento ha fatto naufragare in terra.
Oltrepasso il ristorante Uliassi, rinomato e frequentato da vip, di cui, senza che il proprietario e chef lo sappia, sono costretto a fare da segretario, perché per qualche motivo tecnico telefonico, forse il numero telefonico è similare, ricevo continuamente prenotazioni, che gentilmente dirotto.
Sotto il Faro bianco-nero, oggi ci sono diverse auto parcheggiate. Auto con portapacchi posti sul tettino, diciamo più furgoni che auto, sportelli posteriori aperti, nel cui interno, ben sistemate, tavole da surf multicolori, corde, mute ed attrezzatura varia.
Eh si la giornata è favorevole per un’ uscita in mare. Vento, sole anche se a sprazzi, temperatura accettabile, ma soprattutto l’ essenziale per il divertimento di questi giovani surfisti: i Cavalloni.
Saranno una decina quelli che dondolandosi a cavalcioni della loro tavola, inguiainati nelle loro mute nere, all’ altezza della punta del molo, attendono pazientemente, perché qui è più forte il gioco del vento e di conseguenza anche la corrente produce i cavalloni più impetuosi e di maggior altezza. Quando arriva l’ onda giusta, eccoli come spaventati, allungarsi sulla tavola, remando velocemente con le braccia verso riva, inseguiti dal cavallone. Appena raggiunti, ecco che con uno scatto delle reni sono in piedi sul surf in un apparente difficile equilibrio ma solo per chi li guarda, e sulla cresta dell’ onda arrivano fin che la forza del moto ondoso scema fino a raggiungere il minimo livello. Ed allora con calma, eccoli che felici di aver cavalcato l’ onda riprendono a remare con le braccia, questa volta, però, verso il largo.
Proseguo anch’ io verso la punta del Molo ed ecco in lontananza, proprio sulla punta, dove il Misa getta le sue acque in mare, quando ne ha, un gruppo di persone che osserva il sali e scendi della “Bilancia”. Sul lato Rotonda, ci sono vari “casottini” adibiti a luoghi di pesca con la bilancia. Ora sono vuoti, frequentati occasionalmente dai loro proprietari oramai avanti con gli anni. Sostituiti da facce più giovani, non certo interessate alla pesca, neppure interessate ad aspirare aria marina, interessate ad altri profumi, che solo (e vorrei che fosse il solo) nel migliore dei casi è quello del…. Borotalco.
Giunto sulla Punta del Molo, un braccio metallico azzurro, con un verricello, sta abbassando la “Bilancia”, dentro un secchio, seguendone la circonferenza, un’ anguilla si attorciglia in continuazione, facendo sussultare solo meccanicamente perché ormai morta, una “Baldigara”. Tutta la misera pescata-passatempo di due pensionati.
Mentre osservo i loro movimenti e le loro battute, sento un borbottio che viene dalla mia destra, dal lato Rotonda, più sollevato rispetto il molo. Allora mi giro e vedo una coppia di anziani che sono davanti alla scultura della “Penelope” senigalliese, sotto il cui busto sono innumerevoli lucchetti ossidati dalle intemperie e dalla salsedine, concatenati uno all’ altro, pegni di amori duraturi o ormai finiti. Non so come questi due anziani siano saliti fin lì, perché chi conosce il posto, sa che si sale attraverso dei gradini non proprio comodissimi, tenendo presente anche l’ età dei due visitatori.
Chissà il perché saranno saliti fin lì, chissà cosa si saranno detti o pensato. Certo che ai loro tempi, non c’ era bisogno di un lucchetto per suggellare un patto d’ amore….oggi invece, a quel che pare neppure più basta.

giovedì 25 settembre 2008

"SCENEGGIATE PADOVANE" : A PIAZZALE MAZZINI SI LITIGA


di Dario Petrolati

Ho visto agitare le braccia le mani in aria, ma il rumore delle vetture zittiva le voci gridanti.
Peccato, da dietro sembrava una bella ragazza, era bionda come se fosse una svedese d' estate al mare di Senigallia o come quelle prime attrici che apparvero sui films di Bergmans.
Da un semaforo all' altro, in mezzo le righe pedonali, vuote chè il rosso ed i vigili assonnati impedivano di dare sfogo all' ira furente e trasformarsi in scena violenta.
Avevo appena bevuto l' ennesimo caffè, dopo il panino, accompagnato Mirko alla banca per il prelievo e sotto il bel sole inaspettato bighellonavo per tornare in ufficio, volevo approfittare della luce che sembrava quasi primaverile, ma la curiosità del fatto che sembrava onta chissà quanto mai grave mi dirottarono verso il percorso che la ragazza faceva per vedere con chi l' aveva e perchè.
Arrivato al marciapiedi opposto c' era un ragazzo quasi seduto sul cofano posteriore di una polverosa Golf, addentava un panino ad occhi chiusi chè aveva il sole in faccia e a ridere si mise quando la bionda lo assalì a parolacce.
Era uno studente delle superiori leggero e biondino, a soffiarlo sarebbe caduto in terra.
Capii che la bionda femmina gli urlava che la sua auto non era una seggiola e che se era stanco sedesse per terra, la sua automobile serviva per lavorare e lei l' aveva comperata con i soldi.
A bocca ormai vuota e sorpreso il ragazzo rispose che non si era nemmeno appoggiato all' auto.
Ma la bionda femmina di Piazzale Mazzini urlava sempre più e non voleva giustificazioni, la macchina-la macchina era sua e ...........
Allora il ragazzo senza perdere la pazienza ma stufatosi del circolo di gente che si era fatto attorno disse solamente strascicando ed anche un pò ridendo: "manco fosse una Ferrari!"
Alzò la borsa
di pelle gonfia per picchiare il ragazzo, la donna da commedia-napoletana.
Ma la gente si mise a ridere ed il ragazzo agile schivò la sventola.
A sentire la gente ridere, la bionda dagli stivali bianchi in cuoio per la notte, forse, cominciò a dire parolacce che manco il Ruzante http://it.wikipedia.org/wiki/Ruzante
conosceva, più urlava e si agitava e compassione destava ed anche fastidio.
Ormai la scena era solo disdicevole da avanspettacolo, un biglietto per film-più-commedia e merenda.
Meglio affrettare il passo che assistere a povere scene senza senso, eppoi la sera ci stupiamo se al tele giornale compaiono solo scene di cronaca nera.
La colpa è del pallone, delle famiglie che non educano i figli, della scuola, della società...........
Mica sarà che siamo matti un poco tutti , da rifare insomma ?

lunedì 22 settembre 2008

DOMANI E' UN ALTRO GIORNO



di Dario Petrolati





Sarà per l' uggia che cala traditrice come travestita assieme all' immancabile nebbia padana, oppure per la mancanza fisica di un amico da ascoltare e dire cose improvvisate come si faceva da ragazzi, che, mi pare, si parlava tanto, convinti che il detto nostro, ogni argomento fosse importante, quasi necessario.
Non so, ma sento che c' è in me molto di insoddisfatto, come se avessi mentito sempre anche nei pensieri e nelle antiche preghiere biascicate o finalmente ripetute a scuola durante la lezione di religione.
Si è una insoddisfazione globale che mi pare ricevere, senza che abbia chiesto nulla, oppure magari troppi desideri nascosti e negati, che ormai sento non saranno mai più realizzati.
Lo stato sociale cui appartengo, i miei interessi, tutto e nulla che pare giri ed invece sta fermo, arriva pare un consuntivo di vita e sotto la riga ultima, dopo divisioni e moltiplicazioni, addizioni e sottrazioni vedo appena una cifra espressa in uno straniero raffigurato quasi da Caravaggio, che tende la mano e aspetta ancora il resto.
Non ho dato, solo preso, come scioccamente fanno nei circhi pur di far ridere in cambio del biglietto pagato.
Ci sono solo tanti enormi manifesti che pubblicizzano la nuova banca, con scritte infide chè c' è anche scritto e ripetuto più volte, essere la mia banca dove posso andare a prendere e portare denaro, più in là un' altro manifestone con una femmina più nuda che vestita, legata a braccia levate e gambe larghe ad uno stivale in pelle lucida e con le labbra semiaperte pare invitarmi, sotto la scritta : "non puoi farne a meno".
Ma che razza di mondo è, se anche al rosso dei semafori le macchine tirano veloci, eppoi si scopre che anche quelli erano truccati, per incassare più danaro ?
A Parigi, ricordo, la gente con indifferenza attraversare i passaggi pedonali senza osservare alcun permesso, le regole, i suggerimenti, le preghiere, le mangiate, letture private, cerimonie a Porta Pia che ricordano i soldati papalini caduti mentre sparavano ai bersaglieri per la conquista di Roma capitale.
Allora quello che sino ad ora avevo letto, la storia insegnata ed assorbita a scuola è anche essa da rivedere, come la Resistenza.
La verità è opinabile ed il dubbio prende il sopravvento, su tutto di ogni pensiero.
Penso e non credo sia giusto insistere, chè se andassi vagamente-superficialmente per strade senza nulla cercare, sperare mi sentirei magari più leggero e meno colpevole senza la nevrosi perenne che sempre mi assilla come se anche io contribuissi a questo effetto terra che influisce anche sul volo delle rondini che sempre più rare sono, ormai nascoste chissà dove.
Giro verso i giardini degli Eremitani,adesso vuoti,la tavola di casa o di trattoria attira ,ed anche la Cappella di Giotto resta sola.
Giardini e mura antiche protette da inferriate chè c' è sempre qualche anima persa ad ore inimmaginabili, colma-invasata di droga pure, sveglia od incosciente si attacca con mani disperate e perdute verso un nulla che non sa esistere.
Dove stiamo andando assieme tutti non so.
Tanti valori, sigle, speranze a pezzi cadono
senza rumore, se poi accendi la televisione hai la conferma che c' è solo cronaca nera, si ammazzano in tanti, popoli e famiglie, come se fosse un finto gioco.
Mi fermo ad un bar qualsiasi e bevo un caffè, anche quì i clienti sono andati via, ormai le persone normali si chiudono nel privato, vado a prendere la mia vetturetta e mi dirigerò a casa, ormai è tardi per radermi, lo farò oggi pomeriggio. Leggendo il giornale e ripassando qualche libro, Olga avrà le sue letture o da vedere qualche documentario di viaggi per televisione, arriverà l' ora di accendere la luce, il telegiornale del terzo, eppoi finiremo il cibo avanzato di oggi.
Domenica in casa, a meno che non ci telefoni qualcuno, chè accettiamo sempre con un salto, paura-timore chè arrivino notizie dai parenti, pochi ormai, giù da Senigallia, ma meglio sperare in una quiete chè se così sarà, la notte per riposare dovrebbe essere più quieta.
FOTO: La Breccia di Porta Pia

venerdì 19 settembre 2008

SI FACCIO LO SNOB…PARLO ITALIANO !!


di Franco Giannini


Casualmente, in questi ultimi giorni, mi sono imbattuto in situazioni che mi hanno portato a riflettere sul problema dell' invasione dei vocaboli inglesi nella lingua italiana.
Una prima riflessione derivava da un commento che faceva Dario Petrolati sul blog degli Esperantisti Marchigiani
http://esperantomarche.net/2008/09/05/tutte-le-lingue-del-mondo/#comment-38 in cui sottolineava come le lingue più parlate sono state sempre quelle legate, come dice lui con un termine molto reale, al “soldo”.
Soldo inteso certamente come forza economica ma non solo, perché la forza economica la si è sempre raggiunta attraverso processi dai colori un po’ torbidi quali, colonialismo, espansionismo, speculazione e fortunatamente con quelli più limpidi quali la ricerca scientifica e la tecnologia.
Non voglio entrare nel merito, in quanto sarei troppo di parte e quindi forse non totalmente obiettivo, sulla bontà della lingua esperantista, costruita non certo sul soldo e neppure su quei processi torbidi di cui facevo accenno sopra, ma questo aprirebbe un altro argomento.
Un' altra riflessione me la suggeriva un articolo letto sul RdC del 9 cm. a firma Letizia Cini, che riportava un’ intervista alla Presidente della “Crusca” Prof. Nicoletta Maraschio
http://www.accademiadellacrusca.it/la_crusca_in_rete.shtml
circa l’ uso che facciamo in Italia
http://www.intoscana.it/intoscana/informarsi/news.jsp?id_categoria=1210&id_sottocategoria=1211&id=171294&language=itia
dei vocaboli inglesi.
La Presidente Maraschio, molto bonariamente, teneva a sottolineare che molti termini italiani provengono da lingue tra cui soprattutto il francese e l’ inglese, quindi nulla di scandaloso.
Ma quello che fa un po’ a riflettere è lo smodato uso che se ne fa di questi termini inglesi, accettabili nell’ uso corrente nel linguaggio economico che o in quello dell’ informatica. Quello che lascia più perplessi quando lo si usa in un linguaggio Istituzionale, abbastanza complicato di già nella nostra madre lingua.
Si pensi che è stato chiamato un Ministero “del Welfare”, all’ uso della parola Devolution, a quella di Premier, ad Election Day, oppure Authority, Leadership, Bipartisan e si potrebbe proseguire. Tutte parole che hanno un corrispondente italiano, ma che non lo si usa, ritengo, perché inglesizzare li fa sentire più snob, più intellettuali, più preparati e perché no più incomprensibili, come giustamente il politichese pretende.
Ma quello che c’ è di più curioso, che poi questi termini, per forza di cose, finiscono in bocca anche al popolo, ed ognuno le pronuncia come vuole, come pensa di aver capito, come la cadenza dialettale gli ordina, ponendo l’ accento dove secoli di storia l’ ha sempre posto.
Tutto questo mi riporta ad un ricordo del periodo lavorativo. Avevo nella mia squadra due nigeriani che si parlavano in italiano tra loro, e alla mia richiesta del perché, mi risposero che si comprendevano solo nella nostra lingua perchè ognuno di loro parlava un dialetto locale (non so quante centinaia di dialetti hanno in Nigeria) e il loro inglese non puro e per di più mescolato con i loro dialetti locali, lo rendevano ancor più incomprensibile.
Ecco che mi chiedo, se ciò non avverrà anche da noi. Si da noi c’ è la scuola, ma qui il discorso mi porterebbe a parlare della Gemini e andrei fuori tema…
Ciò non toglie che vocaboli entrati ormai da decine e decine di anni nel nostro linguaggio non si debbano considerare come entrati a far parte del comune nostro linguaggio come potrebbe essere l’ Ok, Computer , Shampoo, Surf, o i vocaboli sportivi quali Goal, Corner, Out, K.O. e che quindi non devono farci sentire a disagio nel volerli usare.
Un uso intelligente, può essere accettato, un abuso, quale quello nel campo Istituzionale deve essere certamente contrastato.
Il progresso, in tutti i campi, non deriva da atteggiamenti snobistici, ma dallo studio e dall’ uso nel tempo.
Sarà per questo che giorni fa la Prof. Maraschi ha regalato al Presidente Napolitano il “Nuovo Vocabolario degli Accademici” ??...Magari con una supplica aggiuntiva, in questo senso, di farsi partecipe verso i suoi subalterni,…Chissà ???
FOTO : Sede dell' Accademia della Crusca

giovedì 18 settembre 2008

TAGLIO TIGLIO: GEMELLAGGIO PADOVA-SENIGALLIA ?


di Dario Petrolati


Solo una folata di vento, è durata poco ma è bastata a far volare la bandiera.
Già che non piace, se poi ci si mette anche il caso, allora forse significa che c' è un futuro poco allegro, chissà forse è stata progettata troppo in fretta.
Sta di fatto che questo bel cortile riservato ed antico, aristocratico e dai mattoni storici ogni giorno che passa diventa come se avesse un' anima distratta.
Potrebbe essere anche da un' altra parte ovunque pure.
Forse tutto è cominciato dal giorno in cui qualcuno stabilì che bisognava tagliare il tiglio secolare.
Era troppo grande il tronco e le radici imperterrite cercavano, cercavano tanto, da sollevare il pavimento fatto di pietre di fiume, eppoi occupava posto chè avrebbe fatto comodo per parcheggiare 2 auto, demolita la scala sghimbescia, ne avrebbero costruita una attaccata alla parete più pratica senza costo, chè speravano, forse, nello spirito dei vecchi compagni, cosa che non fu.
Cambiata la prospettiva del bel cortile antico apparve in fondo laggiù dove prima non si vedeva proprio un muro alto irritato estraneo allo spirito del luogo.
Fatte le debite ricerche mentali si capì che quel muro ostico e grigio altro non era che la parte posteriore del vecchio Geriatrico, adesso vuoto dei spariti ospiti.
E' stato preso dal Maldura, la facoltà di lettere è sempre più gonfia di ragazzi ed allora si appropria degli edifici attorno per comodità e bisogno effettivo.
Dove c' erano i vecchi subentreranno i giovani, cantieri e strutture nuove, tutto un fermento e le pareti una volta bianche di ospedale stanno ora pitturando con colori pastello sì che il passato sarà dimenticato anche prima e le risate e le speranze saranno anche più allegre e benvenute.
Si ammoderna in fretta e per le esigenze non si guarda troppo nel sottile.
Quando un sabato arrivarono, era mattina, due enormi camion, operai con seghe a motore potenti fecero a fette lo storico tiglio, a nulla valse qualche protesta dei condomini che avevano le finestre sul cortile, arrivò un vigile ed estrasse documenti che davano l' autorizzazione con tanto di timbri e firme a demolire e portare chissà dove il fastidioso, per alcuni, antico albero che aveva ospitato uccelli, lucertole, ragnetti e tanti piccoli animaletti che trovavano sempre ospitalità nei rami lunghi e ficcanasi tanto che pareva volessero entrare dalle finestre negli appartamenti di gente che abita da generazioni in queste case storiche.
Le macchine sono sempre meno, dopo la fusione dei partiti, c' è una passiva attesa che sa di bruciato, i ragazzi e le ragazze, le nuove generazioni insomma, si stanno sistemando in pubblici uffici sparsi in provincia e l' effige di Berlinguer infissa dentro la parete in alto ove c' è l' ingresso principale, la scorge solo chi sa che c' è.
L' asta che reggeva le vecchie bandiere sicure e senza vergogna ora è composta da un vecchio esile tubetto in plastica ed a malapena regge se stessa.
La nuova bandiera leggera-leggera stava piegando ed ammosciava l' asta ogni giorno di più, è bastata una folata di vento per farla volare, nessuno si preoccupa di metterne un' altra, di provvedere insomma, di scorta sopra nei locali di quella che era la gloriosa Federazione ce ne sono a mucchi, giacciono ammucchiate in sala Gramsci tra manifesti, altoparlanti e seggiole rosse, vuote.
Oggi piove, ieri non ricordo, son preoccupazioni che hanno solo i vecchi o persone che non hanno voglia di pensare a concrete cose.
Brutto segno
.
Solo il figlio del console americano continua ad esercitarsi di mercoledi alle 15,30 su Schumann, il resto, il resto non lo so.

lunedì 15 settembre 2008

PREGHIERE NON CREDUTE



di Dario Petrolati





In fondo a Via S.Giovanni di Verdara http://www.giovaniemissione.it/index.php?option=content&task=view&id=1056&Itemid=135#gimpadova , sulla sinistra sorge eretta e sola la sede complessa e completa delle Missioni Comboniane di Padova. http://it.wikipedia.org/wiki/Missionari_Comboniani_del_Cuore_di_Ges%C3%B9
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniele_Comboni
Una Chiesa sproporzionata coi scalini e parcheggi sempre vuoti.
Porte e semiporte usurate dal tempo poco o nulla curate per una manutenzione che richiederebbe soldi.
Tutto attorno dietro sorgono uffici amministrativi e laboratori dei Comboniani che dalle strade attorno nulla si vede essendo le mura alte ed i cancelli in ferro fatti di lastre arrugginite.
Tutto il complesso interno sempre lucidissimo per il continuo sempre fregare dei giovani ragazzi che si preparano, oltre che pregare sottovoce a bocca chiusa ognuno per suo conto, per le terre lontane ove la pelle scura e la povertà infinita non commuove od ispira conquiste, chè le malattie e la dimenticanza anche di un dio bianco spinge i seguaci del fondatore dell' ordine a portare aiuto sotto qualsiasi forma .
Era questa enorme e vuota chiesa oltre che di poche panche fornita anche di tutta la completa biblioteca composta di libri antichi stampati in lingue e riviste, annate complete, di ogni settore comprese le sportive.
Ora dopo due anni di travasi e lavori questo enorme capitale ha cambiato sede, con camioncini e cooperative ha fatto il giro di Padova, dalla periferia dopo sommarie spolverate e divisioni per settori è arrivato quì da noi, al Centro Studi http://www.centrostudiluccini.it/home/assemblea04.htm , ove con pazienza ed interessi tanti si provvede a catalogare e sistemare in armadioni scorrevoli metallici, sempre a disposizione di chi ha bisogno per conoscere.
Non è stato facile il trasloco e una mattina di un agosto, due anni or sono, di mercoledì chè il giorno e l' ora , otto e trenta, c' è la funzione religiosa che i frati chiamano evento , ed in quel giorno qualche persona del quartiere antico si raduna per orare assieme ai vecchi e bianchi frati che per l' età s' inciampano tra loro convinti ancora d' esser celeri e perfetti nel cerimoniare.
Ero su in alto uno di quei caldi mercoledì, vicino al polveroso organo ormai sfiatato e pieno di libri attorno, quando da sotto giù verso il presumibile altare, come se fosse vuoto eterno e sconfinato, udii straziante e bestiale grido simile a voce di donna ferita.
Un trambusto e rumori cupi come se tuonasse o cadesse un pezzo di chiesa.
Si sentiva vagamente trascinare e urlare e piangere.
Dopo che fui sceso passando per scale a chiocciola polverose notai la carrozzella del ragazzo malato vuota, lui per terra che calciava e dava pugni al pavimento, i genitori-amici e parenti a sollevare il corpo del malato che soffriva anche di epilessia e non solo.
Fermo dietro una colonna vidi ricomporre il corpo sulla carrozzella ed il pregare ancora più furioso, non so quanto fiducioso dei pochissimi presenti .
Attesi in silenzio la fine della messa : in gruppo poi quei fedeli disgraziati ripresero il cammino inverso, sollevarono la carrozzella e fuori delle macchine attesero ben poco eppoi sparirono. Quella giornata di sole agostano mi è rimasta addosso e non ho capito il senso di una preghiera inascoltata e quale strada e quale casa ed ordine celeste, il perchè di tanti dubbi e certezze.
Anche la vita che scontiamo giorno per giorno è composta di fatti ignoti.

giovedì 11 settembre 2008

L’ ARTE DEL SAPER DIRE “..SI PERO’..”




di Franco Giannini

Un giorno qualunque, sfogliando un quotidiano qualunque….

L’ UE lancia l’ allarme all’ Italia che sta andando verso un rischio di stagnazione superiore rispetto a quello medio previsto nell’ Unione. Per il nostro Premier, invece, ma quando mai, :“ la nostra è un’ economia solida,” si però ha anche precisato “con un alto livello di vita e di benessere.”
La Franzoni a suo tempo disse :” Meglio la prigione che passare per matta”. Sembra che ora dopo un po’ di “Dozza”, sia disposta a sottoporsi ai test per vedere i figli fuori del carcere. I periti che eseguiranno questi test non saranno altro che dei psichiatri. Eh !!! si però solo un cuore di mamma (ormai VIP) può accettare a far questo ! Si però le altre mamme (condannate come lei ma non vip) al “Dozza” , tutte a guardare.

Se andate al supermercato, per risparmiare, orientatevi sugli articoli contrassegnati da “Primo Prezzo”…sono garantiti dal vostro venditore di fiducia. Questa era la pubblicità che molti addetti ai lavori, esperti in economia domestica, consigliavano alle massaie.
Ora si legge che l’ allarme rosso per la cibaglia
contraffatta si nasconde dietro un prezzo stracciato.
Ma come, mi chiedo, chi vende questa merce non controlla e non mi garantisce più. Si però la colpa è tua che non leggi l' etichetta (...si però se non è contraffatta)

Volete un prodotto sano e garantito ? Costa di più perché vale di più…è il biologico. Ma sembra che anche qui le garanzie non siano poi assolute. Si rischia di pagare un biologico, che biologico non è….si ma il rischio è talmente minimo che … si però il ministro Zaia si è subito preoccupato e pensa di rafforzare le pene contro coloro saranno scoperti ad attuare queste frodi alimentari.
Come sempre si dice, sta studiando controlli e nuove sanzioni.

Il dramma delle FS. Una motrice destinata all’ Alta Velocità (oltre 300km/h), destinata a camminare a non più di 180 km/h. Si ferma a metà del suo percorso (Lecce-Milano) alla stazione di Pescara perché il motore dell’ elettrotreno ha problemi a “camminare piano”, deve fermarsi e da ciò deriva ritardi di oltre 5 ore . Una Ferrari, nell’ autostrada del sole, lanciata alla pazza velocità di 80km/h.
A si però, gli insetti nei treni, zecche, pidocchi, pulci, piattole, sono tutti problemi quasi superati, carozze speciali per gli animali, eppoi con i TAV, la sopportazione dei pruriti sarà certamente dimezzata.


Dal primo posto l’ Italia come meta turistica, scende al 5°, si però, noi costruiamo porti turistici, per barche di nessuno, intestate a società di nessuno, che permettono a qualcuno di non pagare le tasse dovute. Logicamente sono tutti cittadini stranieri, perché di italiani con la barca sono pochi… e gli evasori tra Visco, P.Schioppa, Tremonti, non ce ne sono più... finchè la barca va.....

Altri morti ieri sul lavoro, ma ormai nessuno ci fa più caso, uno qui, un altro la,…si però non avevamo detto “Basta” ? Ah ! basta con il parlarne !

Zaia, come dicevo sopra, inasprirà le pene, la Carfagna vuol mettere in galera “clienti e fornitori” della fabbrica della prostituzione. Si però, non in carcere ma con il braccialetto alla caviglia e ai domiciliari, altrimenti Maroni s’ inc…a. E’ tanto che studia per dare Ordine e Sicurezza al Paese e questi a rovinargli le uova nel paniere…fortuna che l’ aiuta La Russa con i 3000 dell’ Esercito…..a proposito che fine avranno fatto ? Non ne ho più sentito parlare. Si però lo avevano detto che avrebbero reso un servizio utile, ma defilato…infatti non li si vede.

L’ Italia di calcio rivince, si però, non convince. ( questo è proprio il minore dei mali!!!!)

La prova ginevrina dell’ esperimento di Big-Bang è andata bene…si però considerando come val il mondo, forse poteva tranquillamente anche andar male, intanto…

I maestri in esubero saranno inseriti nel mondo del turismo come guide, si però chissà se avranno pensato a cosa faranno fare a chi attualmente studia nel ramo del turismo…attualmente posti vacanti ce ne sono solo nelle parrocchie…causa mancanza di vocazioni, …a si però ci vuole la fede,.… e vorrà dire che in fase di ammissione si chiuderà un occhio!!

Si però,…. si potrebbe aggiungerne altri che mi sono sfuggiti, ma che sono sempre attuali, lo spazio c'è...

lunedì 8 settembre 2008

NON SOLO MUSICA !!!


di Dario Petrolati

Troppo difficile per capire.
E' Valentina Lo Surdo (foto)
http://www.mrsphilharmonica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=17&Itemid=32
Ho fatto a tempo !
Senza bagnarmi nemmeno un poco, chè ha una voglia indecisa di piovere, come se fosse finita l’ estate, di cui non ho assaporato il piacere e manco mi spiace.
Giusto per sentire la voce che ormai pare quasi aver superato quella di Anna Menichetti
http://www.conservatorio.firenze.it/index.php?id=422
Le prime volte provavo quasi fastidio nell' udire quanto saccente fosse sta donna che osava togliere il posto unico sempre riservato ad Anna.
Poi piano piano con spirito di sopportazione unito a curiosità ho fatto semplici ricerche sulla nuova conduttrice del " terzo anello" di radiotre : http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/musica/
http://www.radio.rai.it/radio3/palinsesto_full.cfm?canale=3&giorno=6&fascia=m
Non volevo crederci quasi : porta la data di nascita 11 maggio 1976 ed oltre ad avere un volto solare con occhi chiarissimi celesti una faccia da ragazza sportiva, bella, come le nostre spadaccine che sempre vincono e volano in aria come se avessero ali di farfalla, Valentina ha sempre posseduto una passione sfrenata per la musica-musica e sin da bambina si è impegnata nel costituire varie associazioni per la diffusione e l' insegnamento della musica a livello mondiale.
E studiando e sempre studiando oltre alla musica ha assorbito una cultura umanistica-filosofica che una persona così giovane ancora non capisco come possa aver fatto.
Il tempo, noi diciamo sempre il tempo quando qualcuno ci parla di un libro appena uscito, un avvenimento culturale-politico, il tempo sempre la stessa giustificazione "ci manca il tempo".
Ed allora dubito che le risposte così espresse nascondano una mendacità ed anche qualcosa di più vergognoso chè le ore sono 24 per tutti i mortali, se qualcuno sa sfruttarle ed impiegarle eppoi raccoglie quelli che superficialmente chiamiamo frutti allora c' è qualcosa che non torna.
La natura umana è semplice e complessa contemporaneamente, composta di tanti angoli e rette racchiude misteri e dubbi, umiltà e sacrifici, intelligenza e presunzione, quando la sensibilità unita all'onestà intima esplode uno speculare rivoluzionario bisogno di sapere e dire , coinvolgere il vicino eppoi il vicino del vicino.
Ecco che il tempo assume un' altra dimensione, le ore 24 , le mie ore non sono più tali che se vengono coinvolte anche l' anime vicine il peso del tempo non è più tale .
Scopro così la logicità che se parlo ed ascolto uomini e fatti parole composte ed usate non superficialmente buttate così tanto per dire tutto diventa più facile ed interessante , la mente si allena diventa elastica ed assorbe atmosfere che mai avremmo immaginato.
Piano senza violenza di sorta sto imparando come si possa gemellare letteratura-poesia-musica, capire attraverso la voce di Valentina Lo Surdo, così come avevo iniziato con Anna Menichetti http://www.dariopetrolati.it/?q=node/885
e pertanto provare emozioni che sino a ieri ignoravo.
Davvero le sorprese, senza prezzo poi, non finiscono mai.
Peccato mi sia accorto solo ora che sono quasi vecchio.

NdR : Per i veri melomani ho voluto inserire, quasi che fosse un inserto, questo link che ritengo interessante:
http://www.limantiqua.it/upload/cataloghi/200804281445430335375.pdf

venerdì 5 settembre 2008

AFRICA NERA, COME LE COSCIENZE DEI POPOLI BIANCHI. - 2


di Franco Giannini




Mi rifaccio alle notizie di questi giorni, quasi rievocative, di quegli anni in cui, un ometto a cavalcioni di un cavallo bianco, scorazzava per le terre del costituendo Impero, fatte di sola sabbia, capre ed escrementi delle stesse. La località, l’ epoca, i personaggi, gli scopi non sono gli stessi, ma identica ne è la suggestione che se ne ricava. Questa volta non siamo andati per colonizzare, bensì per pagare i frutti di quelle epiche gesta. Siamo andati però con atteggiamenti baldanzosi di petto in fuori e gambe larghe, seppur senza il cavallo sotto, per chiedere scusa anche se a mezza bocca. Abbiamo bussato piano piano alla porta, con la punta del piede, avendo un presente in mano. Consuetudine si dirà, come segno di cortesia. No invece, rossi in volto, per la vergogna di dover rendere, dopo tanti anni, il rubato, per di più sotto la luce dei riflettori delle telecamere. Il cadeau consisteva in una statua rappresentante una Venere, di cui ce ne eravamo impossessati quale bottino di guerra.
Una vergogna malcelata, in sorrisi a 42 denti, con promesse….oh quante promesse. Costruzioni di autostrade, edilizia abitativa popolare, collaborazione della loro Marina con la nostra per eliminare il flusso degli emigrati, il tutto per la modica spesa di 5 miliardi di $...si però rateizzati in 20 anni…come dire “…un successo!!”.
Ecco, tutto questo solo per dire, che non credo che il flusso migratorio sarà fermato, perché primo, non lo si vuole fermare e secondo, non lo si può fermare.
E’ stato stilato, dagli stati così detti “Civili” un elenco dei 50 paesi a basso sviluppo umano. Non sto a riportarne l’ elenco, ma mi sono preso lo sfizio di andarli ad analizzare uno ad uno e vedere di trovare una ragione del perché proprio questi.
L’ ubicazione di questi paesi è situata nell’ intero continente Africano, seguito da quelli ubicati nell’ area asiatica dell’ Oceano Indiano.
Gli economisti valutano tutto con i loro soliti strumenti: il famigerato, illusorio PIL, il rapporto tra Esportazione-Importazione, l’ indice di natalità, quello della mortalità. Insomma i soliti dati che emergono dalle statistiche, che sono utili ai fini di una gestione amministrativa, ma che servono ben poco a frenare gli animi di chi ha le pance vuote. Con questo non voglio assolutamente addossare le colpe agli economisti (per lo meno non a tutti), ma a tutti coloro che hanno fatto della speculazione (quella sporca) la loro prima attività.
L’ analfabetismo, l’ indice di scolarizzazione, il tipo di governo, gli avvicendamenti governativi in brevissimi lassi di tempo, la superficie, il numero di abitanti totali e quelli per kmq, le vie di comunicazione e le ricchezze del paese, anche questi sono fattori da considerare.
Ecco, le ricchezze del paese, qui sta proprio il punto !
Leggevo tempo fa di come vennero scoperte le cause del “Diabete”. Si parlava di un' era pionieristica della medicina, quando gli ospedali erano quel che erano e dove l’ igiene lasciava a desiderare non poco. Un giorno, si raccontava, un medico osservò che su degli indumenti sparsi in una lavanderia, sporchi di orina, le mosche ne “prediligevano” solo alcuni capi. Poi si comprese il perché. Venivano attirate dallo zucchero in essi contenuti, il cui proprietario era stato colpito dalla malattia.
Questa divagazione per dire, che l’identica cosa avviene con i “Paesi Civili” nei confronti dei paesi poveri, o come vengono chiamati a ”basso sviluppo umano”.
Tutti questi paesi, fatte le eccezioni di quelli con esigui numeri di abitanti, o piccole superfici o solo attività agricole per una sopravvivenza locale, circa una decina, oppure che vivono di introiti per coltivazioni illegali (uno su tutti l’ Afghanistan), posseggono ingenti ricchezze nel sottosuolo (lo "zucchero"), che attirano l’ uomo bianco ("le mosche"). Si vedrà che più è alta la concentrazione di mosche, più è ricco il “paese povero”.
Se si dovesse compilare una lista dei minerali che sono custoditi nel sottosuolo africano o asiatico, paese per paese, si avrebbe un ripetersi di voci come: Petrolio, Gas Naturali, Oro, Argento, Platino, Diamanti, Uranio, Radio, Rame, Ferro, Manganese, Stagno, Zinco, Nichel, Bauxite, Potassio. Non certo tutte in tutti i paesi, ma sono abbastanza motivato a pensare che potrebbero essere sufficienti a modificare il tenore di vita di quei popoli.
Ma le ricchezze, in Africa, sono anche a portata di mano, in superfice, basti pensare alle potenziali risorse idroelettriche di alcune nazioni, a quelle del legname di pregio (Tek, Ebano ecc.), all’ allevamento, all’ agricoltura, ai parchi naturali, al turismo.
Malgrado tutte queste ricchezze, l’ Africa non cresce. Gli sforzi degli uomini bianchi per aiutare a crescere gli uomini poveri, sono caduti, cadono e sono certo che ancora per un po’, non so ancora per quanto, cadranno nel vuoto.
Gli uomini bianchi hanno terreno facile nelle popolazioni indigene, analfabete non certo per loro scelta, e con l’ aiuto di Kapò Governativi altrettanto decultorizzati come del resto tutto il popolo, ma foraggiati di potere fasullo ed armati di ferrovecchi, rimasugli di guerre passate, hanno dispensato pochi spiccioli, in cambio di capitali immensi che spiluccano però lentamente, perché lamentano vie di comunicazione inesistenti o nel migliore dei casi insufficienti, popolazioni inadatte a lavori qualificati, se non quelli più pesanti, umilianti e pericolosi, o perché i governi (quelli stessi da loro gestiti) non garantiscono quella stabilità (che loro non vogliono).
Un esempio: CIAD: Africa Centrale. Circa 10 milioni di abitanti. PIL pro capite di $ 1519 che lo pone al 156° (dato 2005) posto mondiale. Colonia Francese dal 1891 ed indipendente dal 1960. In guerra con il Sudan, senza che il popolo ne conosca neppure il perchè e con una serie di problemi interni. Un paese che galleggia sul petrolio, si pensi che solo nel circondario di Doba ci sono 3 giacimenti. Le “mosche” sono tante. Solo sul CIAD, i colossi dell' estrazione portano nomi come Exxon, Mobil, Chevron, Texaco, Petronas.
La Banca Mondiale a suo tempo aveva insistito che venisse introdotta una legge che voleva che l’80% dei redditi da petrolio fossero spesi, giustamente, per progetti di sviluppo interno del paese.
Si dice, il si dice è d’ obbligo, che chi emanò la legge, ne operò anche la sua abrogazione. Quando Deby, presidente in carica al tempo, minacciò di chiudere i rubinetti alla Elf e alla Exxon, ci fu una ribellione del popolo (fa sorridere pensando a questo popolo politicizzato, analfabeta, preparato però in tesi economiche tanto da esserne pronto ad offrire la propria vita pur di avvalorarne i principi) ma repressa dai francesi. Ciò non ha evitato che la dittatura subentrante, si accordasse con la Exxon e la Elf e la Banca Mondiale (WB) per raddoppiare le estrazioni.
Di recente, si è aggiunto allo sciame, anche la Cina…ma nel paese continuano ancora a non esserci strade, perdurare l’ analfabetismo, a coltivare le terre con gli aratri di legno.
C’ è solo una parvenza di miglioramento nei dati statistici : Il PIL, sempre lui, nel 2004 è aumentato del 40% per raddoppiare nel 2005.
Ma non dicevo sopra, che erano state raddoppiate anche le estrazioni ? E’ logico che migliorasse anche il PIL. Ma le condizioni di vita, perché restano sempre quelle.
Forse perchè la "carne da cannone" migliore che c’ è, è quella ignorante….pensa qualcuno !
….continua

giovedì 4 settembre 2008

RICORDI DI UN UOMO DI ALTRI TEMPI

GIOVANNI NALESSO (Nanni)

Il Presidente Onorario del Centro Studi Luccini http://www.centrostudiluccini.it/archivio/files_audio&video/MemorieCdLdiPadova.htm, dopo lunga malattia si è spento, lasciando soli fisicamente tutti i suoi compagni, ma non certo intellettualmente, perchè i suoi insegnamenti di persona onesta, resteranno nella memoria di chi vorrà così ricordarlo.
Dario Petrolati suo amico personale e di tante battaglie politiche e sindacali, gli ha dedicato due "appunti suggestivi ":

BANDIERA ROSSA

La fisarmonica

Dice
Storie di Vita

Il sax.
commenta
discreto
quasi assente

Legata
all'asta lucente
una bandiera rossa

Note di un secolo
parlano di lotte
preghiere
vangeli

Lacrime di Compagni
Pietà sospesa al cielo

E' stato Nanni
poeta soldato
tutto leggeva

Battute sagaci
oltre che ridere
pensare
davano calore
quasi materno

Avevi Nanni
mani delicate

Questo ricordo anche
di te

L'anima di un bambino
che gioca a palla

In riva al mare.

Padova 3 settembre 2008
(ricordo giovanni nalesso)

SILENZIO VIGLIACCO

Sembrava sparito
morto
volato
mai esistito :
Dante Venier
da Spilimbergo

Eravamo amici
amici di sogni
cultura regalata
assorbita
alla Libreria
di Corso Monforte
Piazza S.Babila

Amici di libri
sempre e tanti
con disquisizioni notturne
sui gradini della scura strada
ove dentro il Cenacolo
era in perenne restauro

Per le strade della vita
me ne andai
e non so dove

Ci perdemmo

Ora dopo 35/40 anni
tramite il blog ci siamo
ritrovati

Come con Claudia

Che stronza la vita

Nello stesso giorno
ore differenti
è morto Giovanni

Troppo
signore avere due amici

Io non posso permettermi
un lusso simile

Che faccio allora

Corro a casa di Luciana
per dirle che almeno
mentalmente sono vicino

Ma lei è stanca non sa piangere

E' caldo e torno a casa

Non ho fame
solo mal di stomaco

Entro venerdi
cerimonie e discorsi

Lento pesante
passa il tempo

Lascia profondi segni.

Padova 3 settembre 2008
( conclusioni )

lunedì 1 settembre 2008

LA BARBA DEL GUARDIANO


di Dario Petrolati


Tra tutte queste " carte " immerso nei documenti raccolti in una vita di sindacalista ci sono anche giornali foto cartoline manca solo il respiro,le urla della gente, i battimani, le lotte per quelle che allora nel 68 si reputavano conquiste del lavoro - lotte-lotte e sacrifici tanti, immortalati cortei, con gli striscioni ed i tamburi, con gli slogan ritmati contro i padroni, che cambiavano cognomi ma sempre arroganti e padroni alla fine, dopo lunghi sfinimenti e privazioni, immobili restarono.
Con la pioggia, il vento, non importava la rabbia e la giusta causa per le rivendicazioni, prevalevano sempre e se lo sciopero "riusciva" , manco il panino o il caffè ci si ricordava prendere e sino allo sparire tra i portici per ritrovarsi alla fermata dei bus si camminava camminava tra cordoni di poliziotti sempre parati come se fossimo banditi non sbandati lavoratori che rivendicavano il giusto salario da portare a casa.
E la fine della manifestazione sempre piena di bandiere rosse significava conti fatti alla mano 8 ore di paga in meno per arrivare a coprire il costo della vita che sempre precedeva le rivendicazioni per rinnovi contrattuali, che manco l' illusione davano, di aver coperto un fabbisogno impellente sempre chè assieme al mangiare c' erano i libri dei figli che si voleva studiassero, per non finire come noi ; chi studiava allora come oggi è sempre più istruito e la cultura paga sempre anche in apparenza male che vada quando si ha studiato nel parlare ed ascoltare pare un acquisto senza prezzo chè gli astanti portano più rispetto e ci si difende meglio non dicendo parole sbagliate.
Erano anni in cui tutti avevamo in tasca il quotidiano, e se per strada si incontrava il nostro sindacalista anche con la moglie " in borghese " ci si salutava con la parola ormai padrona del lessico corrente "compagno" e pareva di esserci fatta una promessa tacita un'intesa che per sempre avrebbe diviso ed unito il popolo, la gente che in nome di ideali e sacrifici reali ci avrebbe portato a ricostruire il Paese , portato l' Italia tra i così detti grandi.
Ci furono cadute e crescite temporanee come logico fosse ma noi nei sogni non li mettevamo in conto, si pensava sempre andare avanti ed in nome del lavoro arrivare a conquiste anche lucenti ma sempre oneste.
Quando il mondo divenne più piccolo e il padrone cambiò aspetto e linguaggio ci trovammo per terra seduti ad odiare aver paura dei cinesi e dell' Islam, siamo diventati nazionalisti difendiamo volgarmente il nostro recinto che tale non è e vediamo nel volto dello sconosciuto venuto da lontano il nemico da sconfiggere cacciare schiacciare.
I vecchi partiti se ne sono volgarmente andati e noi stiamo ad aspettare le fole o barzellette di una classe politica di cui non basta solo vergognarsi, privi anche della dignità che avremmo dovuto ricordare aspettiamo decisioni che ci passano sopra la testa ignorando la nostra esistenza.
Peccato, l' uomo con la barba grande, il giardiniere raffigurato nel foglio di un vecchio giornale, altri non era che il guardiano del cimitero israelita di Praga, con calma e serietà pensosa raccoglieva le foglie attorno alla stele di Kafka, e dignitosamente non avrebbe subito quanto in questi anni tutti noi stiamo "osservando" e solo di nascosto quando siamo forse sicuri di non essere visti piano brontoliamo contro chi ci comanda.
Foto: Luciano Lama, esempio del vero sindacalista, dopo di lui il nulla !